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Pescara

Stefano Fresi e Dolcenera a Pescara contro la violenza sulle donne

Pescara. Sono stati l’attore Stefano Fresi e Dolcenera i mattatori della serata di ieri al teatro Massimo di Pescara, voluta dall’assessore alle Politiche sociali del Comune, Adelchi Sulpizio, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e all’interno della rassegna “365 giorni no alla violenza sulle donne” promossa dal Comune.

Un evento pensato dal regista Walter Nanni, che ha condotto l’evento insieme alla giornalista Patrizia Morgani e ha raccolto le riflessioni dei due artisti, applauditissimi dal pubblico che ha riempito la sala.

Sono stati Nanni e Morgani, dopo i saluti istituzionali del sindaco Carlo Masci e di Sulpizio, ad accogliere sul palco tutti gli ospiti della serata, a partire da Viviana Bazzani, una delle prime donne ad entrare in Polizia che ha fatto parte della scorta del giudice Falcone e ha lavorato a Pescara, alla squadra Volante per 18 anni.

“Era l’epoca in cui ci autotassavamo per pagare l’hotel alle donne maltrattate o gli hotel mettevano a disposizione una stanza in caso di necessità” e di quel periodo, ormai lontano Bazzani ricorda ancora oggi “le tante donne che hanno chiamato la polizia e hanno salvato altre donne”.

Dal palco del Massimo è arrivata anche la testimonianza della regista e antropologa Anna Cavasinni che ha parlato, tra l’altro, del suo lavoro su Scanno, riferendosi al matriarcato, e di Alessia, figlia di una donna maltrattata per 36 anni dal marito. “Una figlia patisce le stesse cose della madre e per anni le sensazioni più brutte sono state la solitudine, la vergogna, l’esclusione dalla vita sociale e la derisione delle persone vicine. Io ho avuto due fortune: di essere autosufficiente nel pensiero e non diventare quello che vedevo a casa, e di incontrare un professore straordinario, che ha capito e mi ha spinto a vedere oltre e a credere nell’arte, come ho fatto. Oggi, ora, è come se tutto quello che è stato non è mai esistito e raccontandolo libero mia madre e anche mio padre”.

La performance di Stefano Fresi, compositore e attore romano, brillante e al tempo stesso profondo, ha lasciato un segno, avendo letto un brano di “Ferite a morte. Dieci anni dopo”, di Serena Dandini. Per Fresi “il problema del patriarcato è ancora presente” e quando si parla di donne, delle violenze che subiscono, si dovrebbe far notare , ade esempio, che “non ci sono stipendi equiparati” agli uomini. “Un individuo è un individuo al di là della propria sessualità, è chiaro che l’uomo deve fare un’operazione di eviscerazione di certi concetti, ma la cosa più importante è il dialogo che deve esserci tra uomo e donna”. Per Fresi è certo che “siamo parecchio indietro e a scuola sarebbe fondamentale l’educazione sentimentale o sessuale. I bambini vanno educati alla socialità, e questo su internet non si trova”.

Tanti spunti di riflessione, apprezzatissimi, come quelli lanciati dalla cantautrice polistrumentista Dolcenera che ha fatto cantare il pubblico con i suoi brani più conosciuti e si è raccontata. “Ho sempre trattato temi sociali importanti”, ha detto ricordando di aver scritto anche delle violenze domestiche. “Non ho mai pensato che avremmo avuto la necessità di continuare a parlare della violenza sulle donne e invece siamo ancora costretti a parlarne ma si dovrebbe cambiare terminologia, usare termini positivi, ad esempio della Giornata per la difesa o per l’esaltazione delle donne. Di certo gli uomini non capiscono il cervello delle donne e credo che la famiglia sia sopravvalutata perché non sappiamo chi può dare il buon esempio, mentre è fondamentale l’istruzione”. Il suo messaggio prima di lasciare il palco: “Portatevi dentro cose positive”.

Per Sulpizio vedere il cinema pieno è stata una piacevole “sorpresa, perché cinque anni fa eravamo un centinaio. Vuol dire che Pescara ci crede, e lo dimostrano le scuole e le associazioni che organizzano con noi la rassegna per riflettere insieme sul tema della violenza e sensibilizzare tutti”.

Anche Masci ha messo in evidenza “l’importanza del lavoro di squadra che si porta avanti in città e che passa dal settore Politiche sociali e da tante realtà attive sul territorio”, ha detto sottolineando in particolare il ruolo del Centro antiviolenza Ananke che ha lanciato il proprio messaggio al pubblico attraverso un video esplicativo sull’attività che svolge a supporto delle donne.

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