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Pescara

Ospedale Penne: “Muffa, mura scrostate, intonaco cadente e infissi in frantumi”

Penne. “Vecchi infissi abbandonati, scalinate insicure, porte senza infissi, vetri delle finestre frantumati. Il tutto in uno scenario in cui all’esterno cresce alta l’erba incolta in mezzo alla quale si individuano rifiuti abbandonati. Addirittura sulle terrazze si possono trovare carcasse di volatili, presenti chissà da quando”.

Questo il quadro che emerge dal sopralluogo eseguito dal vice presidente del consiglio regionale, Antonio Blasioli, nell’ospedale San Massimo di Penne: “Basta fare un giro per constatare basiti le condizioni di degrado in cui versa l’ospedale, rafforzate dal cantiere in corso. Nei corridoi, la muffa è molto presente, e le mura sono scrostate, mentre dai soffitti cade intonaco”.

“È normale che un ospedale si presenti in questo stato? Il presidente Marsilio ne è al corrente?”, chiede Blasioli, polemico dopo che “lo scorso 5 maggio, il Presidente Marsilio era venuto in visita all’ospedale di Penne, ne aveva riportato un quadro entusiasmante”.

“Abbiamo già evidenziato in questi mesi”, ricostruisce il consigliere Pd, “le criticità del Pronto Soccorso a causa dell’organico ridotto all’osso, i 19 posti letto di geriatria smantellati durante il covid e mai riattivati, l’assenza di radiologi incardinati nell’ospedale, la disfunzionalità di uno stesso reparto dislocato in padiglioni diversi. Un quadro che contrasta vistosamente con i proclami della Giunta Marsilio, che da un lato, con la legge n. 60 del 28 dicembre 2023 sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, ha conferito al San Massimo il riconoscimento di ospedale di base, dall’altro continua di fatto a saccheggiare la sanità vestina. Dei 45 posti letto di lungodegenza previsti dalla riorganizzazione suddetta, 20 sono finiti all’ospedale di Pescara. Come più volte denunciato, dei 25 milioni di euro ottenuti dal centrosinistra nel 2018, per i lavori in corso ne sono utilizzati solo 12,5. Lavori tra l’altro iniziati solo nell’ottobre 2023 – con ben cinque anni di ritardo – che difficilmente si concluderanno entro la fine del 2025 come prospettato dal presidente Marsilio”.

“Intanto, ed è sotto gli occhi di tutti, il San Massimo continua a presentarsi in queste condizioni, che non siamo nemmeno sicuri rispettino gli standard di sicurezza e igiene previsti dalle norme. Un chiaro segno insomma, al di là delle passerelle di rito e della propaganda, del disinteresse delle istituzioni. A stupire altresì è la noncuranza della Asl, che da un lato tollera una simile cartolina di degrado e dall’altro richiede, giustamente, alle strutture su cui effettua controlli, il massimo del rispetto degli standard in campo igienico-sanitario. Una vicenda dai tanti paradossi, che come al solito si ripercuote sull’ultimo anello della catena, i cittadini, in particolare quelli dell’area vestina. Il San Massimo ha bisogno prima di tutto di infrastrutture umane per tornare a essere centro di riferimento sanitario dell’area Vestina. Servono medici, infermieri e oss, ma se proprio il Presidente Marsilio vuole parlare dei lavori in corso, queste foto testimoniano come è ridotto l’ospedale di Penne. Al netto della contemporaneità del cantiere, è davvero ammissibile – oltre che legale – che una struttura sanitaria si presenti in questo modo? Forse sarebbe il caso di intervenire al più presto”, conclude Blasioli.

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