
Pescara. Dopo i 40 annunciati negli scorsi giorni, si prospetta l’abbattimento di altri 6 alberi per le strade di Pescara.
Come riferisce il capogruppo della lista Pettinari Sindaco, Massimiliano Di Pillo, “questa mattina in commissione Lavori pubblici la Dottoressa Bettone ha presentato quella che dovrebbe essere una rotatoria a sud della riserva dannunziana, e cioè un lavoro di adeguamento dello svincolo della Tangenziale che dovrebbe unificare Via Scarfoglio e Via Pantini, raccordando il tutto con la Nazionale adriatica al confine tra i comuni di Pescara e Francavilla al mare. Nella documentazione presentata in commissione, salta all’occhio la necessità secondo l’elaborato e secondo chi ha redatto la perizia di variante tecnica suppletiva, di abbattere 6 pini che realizzando la rotonda, saranno inevitabilmente abbattuti”.
“La documentazione presentata prevede comunque una serie di pareri a vari enti che sono stati chiesti dal RUP e che attendono un responso che potrebbe anche fermare questa nuova catastrofe ambientale”, prosegue Di Pillo, “La soluzione prospettata non evidenza alcun tipo di esproprio e quindi di eventuali lungaggini che possono prorogare la finalizzazione di tale lavoro, ma solo ed esclusivamente la più semplicistica soluzione, non verificando alcuna decisione alternativa”.
“Parliamo di un’area protetta dove le necessità dell’ambiente sovrintende a qualsiasi altra questione che dovrebbe per necessità essere primaria rispetto ad ogni altra valutazione”, insiste Di Pillo, “Questo significa, almeno in questo caso, che un’opera così impattante nella progettazione deve obbligatoriamente evitare ogni soppressione di ciò per cui quella riserva è stata istituita”.
Nella seduta, però, sarebbero state prospettate altre “soluzioni che abbiamo verificato in commissione, senza neppure conoscere nei particolari ogni punto della stessa variante”, dice di Pillo, “che, seppur incatenate ad eventuali espropri, risolverebbero comunque radicalmente la questione, il tutto semplicemente aggirando gli stessi pini, che rimarrebbero a quel punto nel luogo di appartenenza che li vede svettare lì come minimo da più di 70-80 anni”.



