
Chieti. “La Regione visita la ex Sevel e tutto, all’improvviso, sembra rose e fiori. “Situazioni positive e incoraggianti per il futuro”, dicono. Ma guarda un po’! Dopo anni di preoccupazioni, cassa integrazione, linee ferme e promesse sbiadite, ecco che bastano due sorrisi da chi oggi non segue più i veicoli commerciali (Imparatò) e qualche foto davanti ai capannoni per dissipare ogni nube.
Sarà mica che certe “visite istituzionali” rischiano di trasformarsi in eleganti passerelle più che in momenti di confronto reale? No, figurati!
D’altronde, se la Regione si dice rassicurata, ci sarà un motivo, no? Avranno sicuramente posto le giuste domande, quelle toste, quelle da politici veri. E le risposte? Beh, devono essere state talmente convincenti da tranquillizzare tutti. Tutti tranne chi in fabbrica ci lavora, ovviamente.
E allora, con tutta la fiducia e la serenità del caso, anche noi ci permettiamo di chiedere — retoricamente, s’intende — qualche dettaglio.
1. Qual è l’entità degli investimenti che Stellantis ha promesso alla Regione? E soprattutto: in che tempi arriveranno?
2. Negli stessi investimenti, c’è per caso nascosto l’ennesimo “piano di efficientamento”, quell’elegante modo per dire “meno operai, quindi meno occupazione?
3. Dato che la produzione Sevel è scesa del 36,3% rispetto all’anno scorso (dati Fim-Cisl, mica chiacchiere da bar), Stellantis ha forse giurato di tornare a produrre almeno 940 furgoni al giorno?
4. E poi, in queste rassicurazioni date alla Regione è stato dichiarato che a fine anno sparirà l’ammortizzatore sociale?
5. Stellantis ha presentato un piano concreto di ammodernamento delle linee, magari con un nuovo modello di furgone, o basta una mano di vernice per far sembrare tutto “nuovo”?
6. Infine, se l’Europa continuerà a imporre penali per chi inquina troppo, Stellantis ha giurato che non scaricherà quei costi su lavoratori e stabilimento di Atessa?
Insomma, tutto chiarissimo.
La Regione è tranquilla, Stellantis è tranquilla… e solo i lavoratori, chissà perché, non riescono a dormire sonni sereni.
Ma forse siamo noi che non capiamo la nuova aritmetica industriale: meno produzione, meno personale, più fiducia”. Si legge così in una nota della Fiom Cgil Chieti.
Cosa potrebbe mai andare storto?”. Si legge così in una nota della Fiom Cgil Chieti.