
Atri. Era il 10 ottobre 2024 quando, in consiglio comunale, dopo l’interrogazione della consigliera Gabriella Italiani sulla situazione di degrado dei cimiteri comunali, il Sindaco Ferretti dichiarò pubblicamente che si sarebbe occupato personalmente della questione “a partire da gennaio 2025”. Sono passati nove mesi.
Oggi i cimiteri di Atri capoluogo e delle frazioni si presentano nello stesso stato — se non
peggiore — di allora: muri pericolanti, vialetti invasi dalle erbacce, infiltrazioni, tombe dissestate, servizi igienici
inutilizzabili, aree di cantiere lasciate aperte e rifiuti abbandonati.
Uno spettacolo indegno per una comunità che ha sempre fatto del rispetto e della cura dei luoghi sacri un segno di civiltà.
Il sindaco Ferretti aveva promesso un intervento personale. L’ennesima promessa rimasta lettera morta.
Le verità sono sotto gli occhi di tutti.
1 – Il Sindaco e la sua Giunta non si sono mai occupati di un problema annoso, che da anni si ripresenta identico. Nessuna programmazione, solo rinvii e annunci destinati a dissolversi appena si spengono le telecamere del Consiglio.
2 – Il crescente degrado dei cimiteri è anche frutto del Piano di Rientro, conseguenza diretta del disavanzo di 12,6 milioni di euro generato dalle decisioni amministrative assunte da Ferretti e dalle sue maggioranze.
Ecco cosa significa, in concreto, dire che “Atri è paralizzata dal Piano di Rientro”: non si interviene più nemmeno sui problemi più evidenti, quelli che riguardano il decoro, la sicurezza e la dignità dei cittadini.
“Chiediamo all’amministrazione di: predisporre un piano straordinario di manutenzione e sicurezza per i cimiteri di Atri e delle frazioni, con un cronoprogramma pubblico e verificabile; assicurare la massima trasparenza sugli interventi e sul loro stato di avanzamento.
“Parte dei fondi necessari per gli interventi più urgenti può essere reperita dalla quota
non vincolata dei proventi delle sanzioni del Codice della Strada”, si legge in una nota di prospettiva Atri, “che può essere destinata a comparti diversi da quello della sicurezza stradale – e dai ricavi derivanti
dagli oneri cimiteriali, che ad Atri risultano tra i più elevati rispetto ai comuni della
zona.
Il rispetto dei luoghi della memoria è il primo segno di civiltà. E oggi, purtroppo, Atri sembra averlo dimenticato
P.S. qualora andaste a fare visita a qualche caro che riposa nel cimitero di Atri capoluogo,
ricordate di portare anche i soldi per pagare il parcheggio”.