Nereto, vicenda Wash Italia dopo il Consiglio di Stato. Il sindaco”: continueremo a difendere il nostro territorio”

Nereto. Una recente sentenza del Consiglio di Stato ha annullato il diniego regionale all’apertura di un impianto per il trattamento di rifiuti liquidi non pericolosi, definizione accattivante ma lontana dalla realtà, disponendo la riapertura dell’istruttoria entro tre mesi per vizi procedurali e la ripetizione della conferenza dei servizi.
Una svolta inattesa che riporta questo progetto al centro del dibattito e riaccende le preoccupazioni per l’impatto sul piccolissimo territorio, polo scolastico della Val Vibrata e centro di uffici e servizi.
“Pur nel massimo rispetto delle sentenze”, rileva in una nota il sindaco, Daniele Laurenzi, “che non intendo commentare, non posso nascondere la mia contrarietà e le mie perplessità, soprattutto dopo che il TAR Abruzzo aveva pienamente legittimato la posizione del Comune di Nereto.
Ringrazio sentitamente gli avvocati Carlo e Luca Scarpantoni per il lavoro svolto e per il supporto giuridico che continueranno a garantirci, insieme ai nostri consulenti ambientali e agli uffici comunali, in questa nuova fase.
Insieme alla cittadinanza, al comitato “Uniti per un futuro pulito e vivibile” presieduto da Raffaele Quaglia, alle nostre scuole, ai nostri studenti, alle forze politiche e civiche, abbiamo già superato la paura dell’impianto per il trattamento dei rifiuti liquidi, un problema complesso e di grande rilevanza che nel 2018 da sindaco appena eletto ho affrontato ripristinando un grave vulnus, la mancanza di trasparenza di chi voleva trasformare Nereto in una discaricala in barba alla carenza dei criteri localizzativi previsti dalla normativa e l’assenza di un coinvolgimento diretto di cittadini, associazioni e imprese.
Continueremo a riaffermare, attraverso i documenti amministrativi, la totale e chiara assenza dei criteri localizzativi necessari per aprire questi impianti tecnologici che sicuramente sono necessari ma che non possono essere autorizzati in un comune di appena 7 chilometri quadrati.
Continueremo a difendere il nostro centro abitato e con esso la nostra salute e le nostre vocazioni.
Continueremo a difendere il torrente Vibrata e con esso la Val Vibrata, la salute delle persone residenti e dei turisti, l’ecosistema del nostro mare Adriatico, l’economia turistica costiera vibratiana, l’agricoltura e anche tutte le aziende con i loro indotti limitrofe al sito in questione.
Noi sappiamo bene dove andare e che cosa fare, per questo continueremo il nostro lavoro con lo stesso impegno, gli occhi aperti e la schiena dritta per la crescita di Nereto.
Nereto non si svende. Nereto si difende”.