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Teramo

Wash Italia, il Comitato per la tutela della Sanità Val Vibrata pronto alla mobilitazione

Nereto. La Val Vibrata potrebbe dover affrontare nuovamente una delle battaglie ambientali che, nel 2019, aveva unito l’intero territorio: il progetto della Wash Italia, azienda con sede a Nereto, per la realizzazione di una piattaforma di trattamento di rifiuti liquidi di origine industriale.

Sei anni fa, la risposta del territorio fu netta e compatta. Non solo i Comuni – a partire da quello di Nereto – ma anche associazioni ambientaliste, comitati civici, operatori economici, scuole e semplici cittadini si opposero con decisione all’iniziativa. Una mobilitazione collettiva che portò la Regione Abruzzo a negare l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto, decisione poi confermata anche dal TAR, a cui l’azienda si era rivolta in ricorso.

Ora, però, lo scenario cambia: con una sentenza resa pubblica in questi giorni, il Consiglio di Stato ha annullato il diniego regionale, disponendo la riapertura dell’istruttoria entro tre mesi. Un colpo di scena che riporta il progetto al centro del dibattito e riaccende le preoccupazioni per l’impatto che l’impianto potrebbe avere sul territorio vibratiano.

Il Comitato per la tutela dell’ospedale Val Vibrata e della sanità pubblica intende far sapere che, qualora le condizioni lo richiedessero, starà dalla parte delle comunità locali, coerentemente con la sua mission a favore della salute pubblica, a cui senz’altro concorre la salubrità ambientale.
Tuttavia lo stesso Comitato sottolinea come, su un altro fronte caldo – quello della difesa del presidio ospedaliero – la risposta istituzionale non sia stata altrettanto forte e coesa.

Un’amara constatazione: se la questione ambientale è stata in grado di mobilitare l’intero territorio, la battaglia per impedire il declassamento dell’ospedale della Val Vibrata sembra invece non aver ricevuto lo stesso livello di attenzione da parte di sindaci e forze politiche locali.

Il timore è che, ancora una volta, si perda di vista l’interesse collettivo in nome di equilibri politici o disattenzioni che il territorio non può più permettersi.

 

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