ACCEDI AL CANALE WHATSAPP E RICEVI LE TOP NEWS DEL GIORNO:

ACCEDI AL CANALE
Pescara

Angioplastica coronarica complessa eseguita su un 86enne all’ospedale di Pescara

Pescara. Un paziente di 86 anni con cardiopatia ischemica severa e pregressa endoprotesi aortica è stato sottoposto con successo a un’angioplastica coronarica complessa presso l’Ospedale Santo Spirito di Pescara.

L’intervento, ad altissimo rischio, è stato possibile grazie all’impiego grazie all’impiego di un dispositivo di assistenza ventricolare sinistra a flusso continuo, che ha consentito di garantire la stabilità emodinamica durante l’intervento e alla stretta collaborazione multidisciplinare tra l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC) e la Chirurgia Vascolare.

Il paziente si presentava con angina instabile e ridotta funzione ventricolare sinistra. Le indagini preoperatorie avevano evidenziato una grave tortuosità dell’aorta addominale, già trattata con endoprotesi, condizione che rendeva impraticabili i tradizionali accessi transfemorali. Inoltre, l’anatomia coronarica risultava altamente complessa, con stenosi calcifiche critiche su vaso dominante.

Esclusa la possibilità di un intervento cardiochirurgico tradizionale per le condizioni generali del paziente, l’équipe della Cardiologia UTIC, diretta dal Dr. Massimo Di Marco, con il supporto del Dr. Tommaso Civitarese, del Dr. Daniele Forlani e dei Dr.ri Piergiusto Vitulli e Fabio Fulgenzi, ha pianificato un approccio percutaneo ad alto rischio, in collaborazione con la Chirurgia Vascolare diretta dal Dr. Antonio Antico.

L’accesso transfemorale è stato eseguito in sicurezza grazie alla preparazione chirurgica del sito vascolare e alla guida del chirurgo vascolare nelle fasi più critiche, permettendo il corretto posizionamento del dispositivo. Una volta stabilizzata l’emodinamica, con un sistema di supporto ventricolare, si è proceduto all’angioplastica del tronco comune della coronaria sinistra mediante tecniche avanzate.

La procedura è stata completata senza complicanze maggiori. Il paziente è stato svezzato dal supporto nelle ore successive, trasferito in terapia intensiva in condizioni stabili e dimesso dopo sette giorni con evidente miglioramento clinico.

“Questo caso – commenta il dott. Di Marco – conferma quanto sia cruciale la sinergia tra specialisti e l’uso di tecnologie avanzate per affrontare situazioni cliniche al limite. Anche nei pazienti molto anziani, un approccio percutaneo ben pianificato può offrire soluzioni efficaci e sicure.”

La gestione di pazienti anziani e fragili con malattia coronarica complessa rappresenta oggi una delle condizioni cliniche più impegnative in ambito di cardiologia interventistica. La presenza di comorbidità, pregressi interventi vascolari e l’anatomia complessa degli accessi aumentano il rischio procedurale e riducono le opzioni terapeutiche. In questo contesto, l’impiego di dispositivi di supporto emodinamico e la stretta collaborazione tra cardiologi interventisti e chirurghi vascolari costituiscono elementi determinanti per affrontare in sicurezza procedure ad alto rischio.

 

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio

Adblock rilevato

Hai Attivato un blocco delle nostre Adv. Cityrumors è un Giornale Gratuito. Se vuoi continuare a leggerlo e supportarlo, per favore non bloccare le nostre pubblicità. Grazie.