Via Arno, sopralluogo per valutare se lasciare inquilini temporaneamente nelle case
Nuova valutazione spinta dal sindaco D'Alberto

Questa mattina, così come richiesto dal sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, i tecnici di USR, ATER e Comune hanno effettuato un ulteriore sopralluogo sulle due palazzine di via Arno, sulle quali, a nove anni dal sisma, in seguito ad ulteriori accertamenti fatti svolgere dall’ATER, sono state rilevate lesioni legate al sisma che necessiterebbero di appositi interventi.
Un sopralluogo i cui esiti saranno rimessi nei prossimi giorni e sulla scorta dei quali sarà individuato il percorso più corretto da seguire e al termine del quale il primo cittadino, dopo aver fatto un punto con i tecnici, ha incontrato tutti i residenti per illustrare loro il percorso avviato e rassicurarli sull’impegno dell’amministrazione nel risolvere la situazione.
La necessità di effettuare un ulteriore sopralluogo, nella piena sinergia degli enti, è stato deciso in particolare a tutela delle dodici famiglie e in particolare della necessità di valutare, sulla scorta della situazione dell’immobile, come garantire a queste ultime, in base alla normativa vigente, l’adeguato e necessario supporto dal punto di vista abitativo.
“Il Comune, nell’ottica di supportare l’ATER, ha chiesto un nuovo sopralluogo, da parte dei tecnici dell’USR insieme a quelli dell’ATER e a quelli del Comune – sottolinea il sindaco – con l’obiettivo di verificare la reale situazione della palazzina e quali attività mettere in campo. Nei prossimi giorni, sulla scorta della relazione che ci verrà rimessa, stabiliremo quale percorso intraprendere, con l’obiettivo di dare risposte certe e immediate alle famiglie. Famiglie che, così come il Comune, non hanno alcuna responsabilità rispetto a questa situazione e che vogliamo e dobbiamo tutelare. Il sopralluogo di oggi, in particolare, mira a verificare se ci sono le condizioni per effettuare un primo intervento di messa in sicurezza che consenta di lasciare gli inquilini nelle proprie abitazioni, nelle more dellla possibile e successiva elaborazione del progetto di miglioramento sismico dell’edificio. Questo ci consentirebbe di gestire con maggiore efficacia l’aspetto sociale legato allo sgombero dell’edificio – sgombero che sarà comunque necessario laddove e quando dovessero partire i lavori di miglioramento sismico – e di individuare una soluzione che garantisca alle famiglie o il contributo per la sistemazione o un alloggio dedicato”.