
Sant’Omero. Alla vigilia della ricorrenza dei 40 anni dell’apertura dell’ospedale Val Vibrata di Sant’Omero, e del momento celebrazione e confronto organizzato dalla Asl di Teramo, il Comitato a tutela dell’ospedale e della sanità pubblica, ha diffuso un nuovo comunicato.
Comunicato nel quale accanto ad un nemmeno tanto velato sarcasmo, si avanzano anche delle proposte concrete a coloro che presenzieranno all’evento.
“Ora, a un festeggiato che compie gli anni di solito si portano regali. Ma non regali qualsiasi: regali utili, pensati secondo i bisogni reali del destinatario”, si legge in una nota.
“E allora, cosa può desiderare per il suo compleanno un ospedale pubblico, che da anni fa i conti con carenze croniche di personale, disparità evidenti rispetto ad altri presìdi sanitari del territorio e la soppressione di due UOC, come recentemente deciso dalla Regione, di cui una già attuata dalla ASL?
Letti automatizzati? Ne sono arrivati alcuni, è vero. Due reparti ringraziano.
Ma è un po’ come regalare le ciabatte a chi ha perso la casa.
Il Comitato a tutela dell’Ospedale Val Vibrata e della Sanità Pubblica qualche idea ce l’ha, su quali dovrebbero essere i veri “regali” da portare il 5 maggio.
Ecco la lista (non esaustiva):
• 4 internisti
• 5 anestesisti
• 3 cardiologi
• 4 pediatri
• 4 urgentisti per il Pronto Soccorso
• 5 medici per il 118
• almeno 10 infermieri
• almeno 10 operatori socio-sanitari (OSS)
• e infine, magari invece della torta, anche il ripristino delle UOC di Ostetricia-Ginecologia e Chirurgia, inspiegabilmente cancellate.
Sono richieste esagerate?
Troppo dispendiose?
O semplicemente doverose, se davvero si vuole che l’ospedale viva altri 40 anni con dignità?
Il Comitato ritiene che questi investimenti non solo siano giustificati, ma che produrranno benefici ben oltre i confini della Val Vibrata.
Ai rappresentanti delle istituzioni che interverranno – dal Presidente Marsilio, all’Assessore Verì, fino ai protagonisti teramani della scena politica regionale (Gatti, Di Matteo, D’Annuntiis, Rossi) – rivolgiamo un invito:
sorprendete l’ospedale. Non con parole. Con fatti”.