
Val Vibrata. Il Comitato Civico per la Tutela dell’Ospedale Val Vibrata e della Sanità Pubblica prende posizione rispetto alle recenti dichiarazioni della Direzione ASL, che ha attribuito al Comitato una presunta responsabilità nel calo dei parti all’ospedale di Sant’Omero, parlando di una “campagna di disinformazione”.
“Noi non influenziamo nessuno — afferma il Comitato — e soprattutto non pretendiamo di indirizzare le scelte delle persone. I cittadini sanno perfettamente dove rivolgersi per curarsi, perché vivono sulla propria pelle la qualità dell’assistenza, l’organizzazione dei servizi e la presenza (o assenza) di figure chiave come i primari. Nessuna narrazione alternativa può sostituire l’esperienza diretta”.
Il Comitato contesta con fermezza l’idea che siano i cittadini attivi a danneggiare l’immagine dell’ospedale: “È forse più credibile chi, da ruoli istituzionali, nega criticità evidenti e affigge manifesti autocelebrativi? Chi dichiara che a Sant’Omero i medici non vogliono venire perché non ci sarebbe attività ‘di alta complessità’? È questo che dovrebbe generare fiducia?”.
Anche la gestione interna della sanità locale viene messa in discussione: “Se nel giro di due giorni la ASL modifica le sue stesse delibere, riclassificando strutture semplici in semplici dipartimentali, per ‘evitare disfunzioni organizzative’, magari su sollecitazione informale di un sindaco, come può poi pretendere di essere credibile agli occhi della popolazione?”.
Il Comitato ribadisce il suo ruolo: “Non vogliamo sostituirci a nessuno, ma dare voce alle difficoltà di chi lavora ogni giorno nell’ospedale e a quelle dei cittadini che ne usufruiscono. Lo facciamo portando analisi, proposte e dati, senza propaganda”.
Infine, una domanda al dott. Santarelli, direttore dell’Unità: “Se la situazione a Sant’Omero è davvero stabile, quanto tempo dedica al reparto? Quante volte è presente in corsia per supportare l’attività clinica? La differenza tra UOC e UOS non è solo una sigla: è una questione di presenza, responsabilità e qualità dell’assistenza”.
“Le persone non si lasciano condizionare da proclami o manifesti: scelgono in base a ciò che vedono e vivono. E oggi — conclude il Comitato — è proprio questa loro consapevolezza a far emergere tutte le contraddizioni di chi accusa gli altri per non dover guardare ai propri limiti”.