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Teramo

Ospedale Val Vibrata: tornare indietro su ginecologia e ostetricia. L’intervento

Il consigliere regionale Dino Pepe invita ad un dietrofront sulle decisioni adottate

Sant’Omero. Il Comitato per il Presidio della Val Vibrata sta dimostrando che la partecipazione civica è ancora viva e può incidere sulle scelte politiche.

 

La speranza è che questa battaglia, sostenuta da una mobilitazione corale, riesca a far cambiare rotta alla Regione, riportandola a una visione della sanità più equa, più vicina ai territori e ai bisogni reali delle persone” esordisce il Consigliere regionale Dino Pepe.

“Il declassamento dell’Ospedale Val Vibrata di Sant’Omero ha scatenato un’ondata di indignazione e mobilitazione da parte della comunità locale, anche alla luce della generale crisi del sistema sanitario abruzzese che ha portato all’aumento dell’Irpef per 44 milioni di euro e ha fatto riprecipitare la nostra regione nell’incubo di un possibile nuovo commissariamento.
La Regione Abruzzo nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera di Dicembre 2023, ha inserito il Presidio di Sant’Omero tra le strutture soggette a depotenziamento, con il taglio di due Primariati, Ostetricia e Chirurgia. La scelta viene giustificata con la razionalizzazione delle risorse e la riorganizzazione, ma per i cittadini si tratta di abbandono del territorio, di un passo miope verso lo smantellamento di un Presidio di frontiera, ultimo baluardo contro la mobilità passiva” prosegue Pepe.

“Il voto favorevole al declassamento, in Consiglio regionale, da parte dei Consiglieri della vibrata, D’Annuntiis e Di Matteo, ha rappresentato un colpo basso all’ospedale di Sant’Omero e all’intero territorio, a maggior ragione perché nessun taglio ha riguardato gli altri ospedali di base, addirittura Sulmona viene “promosso” a ospedale di primo livello e conserva la UOC di ginecologia con solo 200 parti rispetto agli oltre 600 di Sant’Omero” aggiunge il Consigliere regionale.

“Per la soppressione del primario di Ostetricia e Ginecologia non si è atteso neppure l’atto aziendale, ma si è tagliato e basta. Ora il Comitato sta chiedendo a gran voce alla Regione di tornare sulla decisione dell’eliminazione del Primario di Chirurgia sottolineando come il reparto di Chirurgia del Val Vibrata abbia garantito negli anni ottimi standard di efficienza, sicurezza e qualità delle cure, e come il suo depotenziamento rappresenti non solo un danno sanitario, ma anche sociale, economico e morale per l’intera area.

Le ultime decisioni – il 15 giugno è andato via il Primario di Medicina, così come la Primaria di Anestesia, e sono stati accorpati i reparti di Chirurgia e Ortopedia- ci dicono che non si tratta solo di salvare un reparto. Si tratta di tutelare il diritto alla salute pubblica, di dotare i Presidi di strumenti in grado di fermare l’emorragia verso altre regioni, di intervenire sugli ospedali solo e quando è chiara la strategia per rafforzarli e rendere migliore l’offerta sanitaria” conclude Dino Pepe.

 

 

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