
Dopo il gruppo Montorio Guarda Avanti, anche il Partito Democratico della provincia di Teramo e la Conferenza delle donne Democratiche chiedono le dimissioni del vicesindaco e consigliere comunale Ciarrocchi, dopo la sentenza di condanna.
“Pur non entrando nel merito delle valutazioni giudiziarie — e nel pieno rispetto del diritto alla difesa e dei successivi gradi di giudizio — riteniamo che una condanna di tale gravità, seppure non definitiva, sia incompatibile con la permanenza in un incarico istituzionale di responsabilità. In questa fase è indispensabile evitare che il ruolo pubblico si sovrapponga al necessario percorso di accertamento dei fatti nelle sedi competenti”, si legge nella nota di Pd e donne democratiche.
“Non si tratta di una questione di fiducia personale né di contrapposizioni politiche: è una questione di rispetto delle istituzioni e della comunità amministrata. Chi ricopre funzioni pubbliche deve contribuire a tutelarne la dignità e la credibilità”.
Per queste ragioni, il Partito Democratico della Provincia di Teramo e le Donne Democratiche “si uniscono all’appello del gruppo consiliare PD di Montorio al Vomano, ritenendo doveroso che il vicesindaco rassegni le dimissioni o, quantomeno, si autosospenda dall’incarico in attesa dell’esito definitivo dei procedimenti giudiziari”.
“Ribadiamo infine la nostra vicinanza alla persona offesa e auspichiamo che le istituzioni locali promuovano azioni concrete di prevenzione e sensibilizzazione, anche in vista della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.
“La vicenda suscita profonda preoccupazione e impone un’attenta e urgente riflessione sulla coerenza etica e il decoro istituzionale all’interno della nostra comunità”; scrive invece l’ANPI di Montorio sulla pagina Facebook in un post firmato dalla presidente Gabriella Partenza.
“La permanenza in carica di un amministratore locale condannato in primo grado per un reato grave come la violenza sessuale, perpetrato ai danni di una giovane donna, costituisce un elemento di forte turbamento per la fiducia pubblica e pone in discussione l’opportunità politica e morale del suo ruolo. È imprescindibile che il principio di certezza della pena trovi sempre piena applicazione, ma ad esso deve affiancarsi l’immediata necessità delle dimissioni per una evidente incompatibilità con l’onere di integrità richiesto dalla funzione pubblica. Solo così si può salvaguardare la fiducia dei cittadini e la dignità delle Istituzioni”.
“In questo contesto, si è notata con perplessità la dichiarazione rilasciata dal Sindaco, massima autorità cittadina e garante della collettività. Il Sindaco ha manifestato solidarietà e preoccupazione rivolte esclusivamente alla posizione dell’imputato, non includendo una chiara e doverosa espressione di vicinanza o considerazione per la persona che ha subito l’abuso.
Si ritiene che il ruolo di rappresentanza istituzionale richieda una tutela onnicomprensiva della collettività, specialmente delle persone offese, e ci si augura che il Sindaco voglia integrare il proprio giudizio con il necessario equilibrio richiesto dalla sua funzione e voglia sollecitare formalmente le immediate dimissioni dell’amministratore coinvolto. Questo atto di responsabilità è fondamentale per inviare un segnale inequivocabile di rigore etico e per riaffermare il primato dell’onore e dell’integrità all’interno delle Istituzioni”.



