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Incidente sul lavoro nella Valle del tubo: non è stata una fatalità

Castellalto. Relativamente al grave incidente avvenuto il 24 settembre nell’azienda UFORM nella “Valle del Tubo” di Villa Zaccheo, dove un giovane lavoratore ha rischiato di essere trascinato da un nastro trasportatore, la UILM di Teramo prende posizione.

 

“Non si è trattato di una fatalità, ma della conseguenza di scelte aziendali e di mancate segnalazioni che hanno esposto i lavoratori a un rischio enorme”, si legge in una nota.

Valerio Camplone, Coordinatore UILM Teramo: “Se si dovesse ravvisare che il nastro trasportatore sia stato modificato con uno più corto e non adatto allo svolgimento dell’attività lavorativa, ciò dimostrerebbe ancora una volta come la logica del profitto possa prevalere sulla tutela della vita. È grave che una situazione
del genere non sia stata segnalata preventivamente e con chiarezza: chi rappresenta i lavoratori deve avere il coraggio di denunciare le inadeguatezze, senza timori, e di rivolgersi alle autorità competenti quando non dovessero arrivare risposte adeguate o tali da compromettere la salute e la sicurezza delle persone.”

A rendere il quadro ancora più intollerabile è la condizione contrattuale delle persone coinvolte: il ragazzo rimasto ferito era assunto in somministrazione, e lo stesso
collega che ha avuto la prontezza di salvarlo è anch’egli precario.

“Si gioca sulla pelle dei più deboli, di chi entra in azienda senza una vera garanzia di continuità e spesso senza un addestramento reale, con la speranza di rimanere a lavorare con stabilità e con il timore di dichiarare le cose che non vanno – continua Camplone – “Siamo stanchi di questa superficialità: la formazione sulla sicurezza non
può ridursi a una manciata di slide da guardare in fretta. Prima di mettere piede in reparto, ogni lavoratore deve ricevere un addestramento concreto, pratico, che lo metta davvero in condizione di difendersi dai rischi.”

La UILM di Teramo chiede che l’azienda apra subito un confronto serio: vogliamo essere convocati e ascoltati, perché sulla salute e sulla sicurezza non ci possono essere sconti. Pretendiamo che si accerti ogni responsabilità e che simili episodi non si ripetano più.

Giocare con la vita delle persone non è più tollerabile. Chi lavora non merita di affrontare precarietà occupazionale, salariale e contestualmente il rischio di rimanere coinvolto in un infortunio grave o peggio mortale, il lavoro sano è fatto di tutele vere e condizioni dignitose.

 

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