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In stato di abbandono il Tempio di Pagliaroli: la segnalazione FOTO

Cortino. Il regista Alessio Consorte denuncia pubblicamente lo stato di abbandono in cui versa il tempio di Pagliaroli, sito di notevole interesse storico e culturale.

“Giace in uno stato di degrado e abbandono ma è una delle testimonianze più importanti in Abruzzo.”

Secondo il regista, il tempio sarebbe appartenuto all’antica coorte di Tetrica, quella che si oppose al potente Annibale.

“Quella zona era l’area Sabina, che si avvicinava all’Adriatico e confinava con i Pretuzi”, spiega Consorte.

Il sito sarebbe stato un santuario federale, dedicato al culto di Marte o Minerva, come dimostrato da studi privati di archeoastronomia e anche dal ritrovamento di una testa di Atena, emersa da scavi archeologici effettuati negli anni Settanta in collaborazione con l’Archeoclub di Pescara.

Secondo il regista, la testa rinvenuta nel tempio potrebbe essere di Marte e non di Atena.

“È una testimonianza di importanza estrema”, sottolinea. Oggi la testa è esposta al Museo Civico di Teramo, ma la struttura è chiusa da nove anni per inagibilità, a seguito del terremoto del 2016.

“Il Comune di Cortino non riesce a gestire il sito, ma qualcuno deve intervenire in soccorso”, denuncia il regista.

“Non escludo — aggiunge — che si possa trattare di ‘Ad Martis’, indicata sulla Tabula Peutingeriana. Un sito che sto cercando da tre anni, insieme ad altri ricercatori indipendenti, con la collaborazione di storici ed esperti camminatori dei Monti della Laga, battendo palmo a palmo la zona compresa tra Nerito, Tottea, Crognaleto, Macchiatornella ed altri luoghi, fino all’area del Ceppo.”

“Ad Martis doveva essere un sito d’altura, ma non se ne riconoscono le tracce e non ci sono testimonianze a riguardo. Tranne questo sito di Pagliaroli, di estrema importanza.

Ci sarebbe anche l’impressionante tempio di Piano Vomano (Comune di Crognaleto, ndr), anch’esso in stato di degrado, ma non è riconducibile a Marte. Almeno allo stato attuale degli studi.”

Consorte si dice convinto che “le irti rupi di Tetrica”, citate da Virgilio e Silio Italico, e la sua potente coorte si riferiscano proprio alle rupi tra la valle del Vomano e le zone del Ceppo.

Tutto, secondo il regista, si inserisce in un contesto coerente con l’antica area Sabina, a stretto confine con l’antica area dei Pretuzi, probabilmente discendenti anch’essi dei Sabini, a seguito del “Ver Sacrum” – la Primavera Sacra.

Consorte è già autore di documentari di forte impatto culturale e investigativo.

Il suo “Decumano Maximo” (2021) è un docufilm di 67 minuti che approfondisce la Guerra Sociale (91–88 a.C.), seguendo la Via Valeria in Abruzzo tra paesaggi mozzafiato, ricostruzioni storiche e archeoastronomia.

Nel 2023 ha diretto “Il Guerriero mi pare strano”, un’inchiesta cinematografica sulla statua del Guerriero di Capestrano (VI sec. a.C.), che mette in discussione la sua autenticità attraverso documenti inediti, suscitando dibattiti e forti interrogativi.

Recentemente, grazie a un ricorso al TAR Abruzzo, il regista è riuscito a far emergere un dato eclatante: non esistono documenti scientifici che attestino l’autenticità delle opere di Capestrano.

Consorte annuncia ora di essere al lavoro sul seguito del primo documentario.

“Mi sto preparando a Decumano Maximo 2 e voglio ripartire proprio da Pagliaroli, centro nevralgico di antiche viabilità.”

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