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Teramo

Costruzione nella Riserva del Borsacchio: partita la diffida

L’Associazione Guide del Borsacchio APS e WWF Abruzzo, tramite il legale Avv. Francesco Paolo Febbo, hanno trasmesso ieri una formale diffida al Comune di Roseto degli Abruzzi, alla Regione Abruzzo e ai ministeri competenti per chiedere la sospensione immediata della SCIA in sanatoria n. 35357 del 15.07.2025, relativa alla realizzazione di un agricampeggio in località Case Bruciate, all’interno dell’area originaria della Riserva Naturale del Borsacchio.

La SCIA in questione riguarda un intervento già realizzato senza le previste procedure autorizzative comunali, per il quale si tenta ora di ottenere una sanatoria a posteriori. Un’operazione che insiste su un’area tuttora soggetta a vincoli paesaggistici, idrogeologici e agricoli, nonostante il tentativo della Regione Abruzzo di ridurre drasticamente il perimetro della Riserva da oltre 1.140 ettari a soli 24,7 ettari con la legge di bilancio 2024.
Come si ricorderà si tratta di una norma già contestata dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero della Cultura, per profili di illegittimità costituzionale, in quanto approvata senza il necessario processo di partecipazione di enti locali e portatori d’interesse.

Il paradosso che blocca il territorio

L’intervento edilizio in questione mostra il paradosso creato dalla Regione: se la Riserva fosse rimasta attiva e il Piano di Assetto Naturalistico (PAN) approvato, l’agricampeggio avrebbe potuto essere valutato e regolato in modo trasparente e probabilmente realizzato in maniera sostenibile.
Oggi, invece, a causa della mancata approvazione del PAN e della riduzione del perimetro, l’area è priva di strumenti di pianificazione, ma comunque vincolata da normative che impediscono qualsiasi edificazione, secondo il vigente PRG comunale.

Le promesse mancate della Regione Abruzzo

Nel marzo 2024, il Presidente della Regione Marco Marsilio, con una lettera alla Presidenza del Consiglio dei ministri, si era impegnato a modificare la norma regionale entro la prima seduta utile del Consiglio, riconoscendo il carattere provvisorio della nuova perimetrazione e promettendo che sarebbero rimaste in vigore tutte le misure di salvaguardia ambientale e paesaggistica.
A tale scopo, la Regione ha anche prodotto due proposte di legge (DGR 310-C e 311-C del 4 giugno 2024), che:
confermano la provvisorietà del nuovo perimetro;
assicurano il rispetto delle tutele ambientali vigenti;
vietano interventi non compatibili con la destinazione agricola dell’area;
escludono l’applicazione delle norme edilizie agevolate.
Tuttavia, a oltre un anno di distanza, nessuna di queste promesse è stata mantenuta: le proposte di legge non sono mai state approvate, il PAN è bloccato e l’intera area è prigioniera del caos normativo creato dalla Regione.

Le richieste delle Associazioni

La Riserva del Borsacchio è tuttora formalmente riconosciuta nella sua intera estensione originaria di oltre 1.140 ettari. Le misure di salvaguardia ambientale restano pienamente in vigore in assenza di una riperimetrazione definitiva e condivisa.
Garantire tutele allo Stato e non rispettarle, tentando nel frattempo di legittimare opere avviate senza autorizzazione, è una violazione grave degli impegni istituzionali, dei principi di leale collaborazione e di tutela dell’ambiente.
Per questo, nella nota inviata ieri, il WWF Abruzzo e l’Associazione Guide del Borsacchio:
chiedono al Comune di Roseto degli Abruzzi di sospendere immediatamente gli effetti della SCIA in sanatoria, in quanto priva dei necessari titoli edilizi, paesaggistici e ambientali e riferita a un intervento avviato senza autorizzazione;
diffidano la Regione Abruzzo a rispettare gli impegni assunti dal Presidente Marsilio, approvando le leggi promesse e il PAN adottato;
sollecitano i Ministeri dell’Ambiente e della Cultura e il Dipartimento Affari Regionali della Presidenza del Consiglio, a intervenire affinché vengano garantite le tutele ambientali previste e valutata l’eventuale impugnazione dell’art. 25 L.R. 4/2024 per violazione degli articoli 117 e 120 della Costituzione.

 

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