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Teramo

Cicogne in volo sull’Oasi dei Calanchi di Atri FOTO

Visitatori incantati

Atri. Uno stormo di oltre 50 cicogne questa mattina ha solcato i cieli della Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF “Calanchi di Atri” davanti ai tanti turisti che stupefatti dal centro visite, un luogo che per la sua posizione privilegiata permette di osservare gran parte dell’Abruzzo, hanno apprezzato la meraviglia di un paesaggio magico con la natura che si è svelata ai loro occhi.

A riprendere le cicogne in volo è stata proprio una turista di passaggio in Oasi, Stefania Croci di Milano che proprio in questi giorni è in visita tra l’Area Marina Protetta Torre di Cerrano e l’Oasi WWF Calanchi di Atri.

Un evento che testimonia ancora una volta l’importante ruolo svolto dalle Riserve Naturali Abruzzesi per la conservazione della natura e della biodiversità, non solo regionale ma anche nei riguardi di specie migratici che usano i corridoi ecologici e gli habitat delle Riserve per le loro esigenze ecologiche.

Le cicogne, probabilmente in migrazione verso Nord, si riconoscono per il lungo becco, collo e zampe, oltre al piumaggio bianco e nero, e volano spesso in formazione a V. La cicogna bianca è presente anche in alcune regioni italiane ed è specie protetta. Le coppie, stabili per tutta la vita, costruiscono grandi nidi (oltre 2 metri di diametro) su pali, campanili o abitazioni, che tendono a riutilizzare negli anni, motivo per cui i siti di nidificazione devono essere tutelati così come i luoghi che utilizzano durante la migrazione.

L’evento di questa mattina ricorda anche l’importanza di mantenere in vita e aperte ai tanti turisti le Riserve e i loro centri visita, che ricordiamo da gennaio sono fruibili e funzionano solo grazie alla scelta responsabile di alcuni direttori e dei volontari che le stanno gestendo senza percepire compensi.

“Siamo al paradosso – commenta Adriano De Ascentiis, Direttore della Riserva Naturale dei Calanchi – da una parte c’è un Abruzzo che negli ultimi anni sta mostrando il meglio di sé in termini di accoglienza legata ai luoghi naturali testimoniata dal numero crescente di turisti che frequentano le nostre Riserve e dall’altro c’è una Regione che dovrebbe farsi vanto di questi presidi sul territorio che la rappresentano nel migliore dei modi, ma che per mancanza di visione, non finanziandole, le sta facendo lentamente morire rendendo vani anni di sforzi e di lavoro di comunicazione e conservazione sul territorio.”

Foto di Stefania Croci

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