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Abruzzo

Siti sessisti: “donne vittime anche in Abruzzo. Stop alle umiliazioni online

Presa di posizione della commissione pari opportunità e dell'associazione Il Guscio

Abruzzo. “Le recenti chiusure di gruppi e siti che diffondevano contenuti sessisti e umilianti contro le donne hanno rivelato una realtà tutt’altro che episodica: migliaia di vittime esposte all’odio online, a molestie, a condivisioni non consensuali di immagini e alla normalizzazione della violenza di genere.

 

Anche in Abruzzo, come riportato da diverse testate regionali, molte donne sono finite in questo circuito” Lo dichiara la presidente della Commissione Pari Opportunità di Regione Abruzzo, Rosa Pestilli, che sottolinea: “Sul piano normativo, la legge sul Codice Rosso punisce la diffusione illecita di immagini a contenuto sessuale senza consenso. In Parlamento è inoltre in discussione un disegno di legge che tipizza il femminicidio come reato autonomo. Il quadro normativo c’è, ma va attuato meglio: serve un’applicazione coerente, rapida e coordinata”.

“La responsabilità è però anche collettiva: ognuno di noi, con parole, condivisioni, like o silenzi, contribuisce al clima digitale. Alimentare stereotipi di genere o minimizzare, anche solo ‘per scherzo’, l’umiliazione delle donne significa normalizzare la violenza”, scrive la Pestilli. “Come Commissione ci siamo attivati sin da subito nelle scuole. L’educazione al rispetto è un caposaldo della lotta alla violenza, un passo concreto che testimonia il nostro impegno a formare studenti, docenti e famiglie contro l’odio online e gli stereotipi di genere”, sottolinea Franca Terra, vicepresidente della Sottocommissione Legislazione e Sviluppo economico.

La posizione della Commissione è chiara: nessuna donna deve più essere oggetto di umiliazione pubblica; chi alimenta questi spazi è parte del problema; chi li ospita ha doveri giuridici e morali; le istituzioni devono fare la loro parte, fino in fondo. La presidente Rosa Pestilli conclude con un appello: “Se siete vittime o anche solo testimoni: segnalate subito alle piattaforme, alla Polizia Postale e al Garante per la protezione dei dati personali; rivolgetevi ai centri antiviolenza e ai servizi territoriali. Non siete sole”.

 

Lo scandalo del gruppo Facebook “Mia moglie” e del sito “Phica.eu” è uno schiaffo a tutte le donne e alla società intera. Ci mostra il lato più degradante della società: la diffusione di immagini intime senza consenso.
L’indignazione si è diffusa in Italia a metà Agosto, quando è emerso che uomini facevano circolare foto private, scattate in segreto e altre destinate a rimanere nella sfera privata, insieme a commenti degradanti, apprezzamenti osceni, frasi sessiste, incitamento allo stupro.
Qui non si parla solo di immagini rubate: qui si parla corpi esposti, vite violate, dignità calpestata, mancanza totale di rispetto. È violenza. E’ sopraffazione. E’ disprezzo delle donne.
Donne comuni, professioniste, politiche, artiste: nessuna è stata risparmiata.

E mentre si chiudono piattaforme e si annunciano indagini, resta un dubbio amaro: basterà? Testate giornalistiche hanno riportato la comparsa di nuovi canali con lo stesso scopo su piattaforme di social media come Facebook e Telegram, anche se con un numero inferiore di membri.
Finchè non cambierà la cultura malata che rende possibile tutto questo, continueremo a contare vittime.
“Mia moglie” non è un fenomeno nuovo ed eccezionale e forse tutto questo è solo la punta di un iceberg della devianza e del marciume morale a cui l’uomo è giunto.
Si troveranno sempre nuovi modi per umiliare e controllare le donne? Verrei poter rispondere NO! Purtroppo credo si troveranno altri modi!
Intanto tra i colpevoli compaiono insegnanti, medici, avvocati, persone che dovrebbero educare, curare, difendere.
Un’insegnate è stata licenziata a causa della sua presenza sulla piattaforma Onlyfans, quindi mi chiedo: a chi ha calpestato la dignità altrui, cosa accadrà? Vorrei saperlo.

Andreina Moretti
Presidente dell’Associazione “Il Guscio” contro ogni forma di violenza

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