Spari a Pescara Vecchia: su Instagram il video che annuncia la vendetta contro i buttafuori

Pescara. Si sarebbe autodenunciato, seppur non alle autorità, il responsabile degli spari di sabato sera a Pescara Vecchia, dove uno scooterone ha attraversato la folla di corso Manthoné per poi esplodere, davanti a un locale, alcuni colpi di pistola a salve.
La polizia ha indagato seguendo due strade. La prima, quella delle telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato, intorno alle ore 22, un T-Max chiaro con 2 ragazzi in sella, provenire da piazza Garibaldi, percorrere a gran velocità, tra la folla, corso Manthoné, fermarsi all’altezza di via Petronio, dove uno dei due giovani ha estratto una scacciacani e sparato in aria. Dopo pochi secondi, tra chi urlava nel panico e chi si è rifugiato nei locali, lo scooterone è ripartito, rischiando di investire persone e tavolini, fino a piazza Unione, percorrendo la rotatoria contromano per imboccare l’Asse attrezzato.
La prima ipotesi si è agganciata alla rissa avvenuta, nello stesso punto, la sera prima: una rappresaglia, contro qualcuno o contro la sicurezza di uno dei locali presenti sulla via. Quindi la seconda strada percorsa dagli investigatori, passare al setaccio i social a caccia di post o video sulla vicenda. E dai social sarebbe arrivata una risposta, quasi una confessione: il video di un giovane, pubblicato su Instagram poche ore prima dell’azione, nel quale viene attaccato un addetto alla sicurezza: “Buttafuori di m… mo’ ve lo dico in faccia. I morti di tutti i buttafuori, scemi di m…, chi c… siete? Per 40 euro al giorno alzate le mani alle femmine, siete morti”.
A urlare quelle parole, un ragazzo a petto nudo, con tatuaggi e collana d’oro in bella mostra. Frasi che fanno il paio con quelle sentite da alcuni testimoni poco prima dell’esplosione di quei colpi che hanno lasciato a terra vari bossoli, seppur a salve (in foto).
La polizia mantiene ancora il riserbo su questa prima ricostruzione ma l’impressione è che – grazie anche ai tanti filmati delle telecamere in zona che potrebbero aver ripreso la targa del T-Max – i responsabili abbiano le ore contate.



