
Pescara. “Finito il periodo del fermo biologico, i pescherecci di Pescara torneranno in mare in assoluta sicurezza”: l’annuncio è arrivato oggi dal Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri nel corso della conferenza stampa convocata per fare il punto sull’emergenza inerente all’insabbiamento dei fondali del porto canale.
Presenti anche l’assessore regionale Umberto D’Annuntiis, l’onorevole Guerino Testa e il sindaco di Pescara Carlo Masci, l’Autorità di Sistema Portuale con Riccardo Padovano e Paolo D’Incecco e la struttura tecnica regionale.
“Per garantire tale condizione”, spiega Sospiri, “la Regione Abruzzo ha avviato due azioni: da un lato la ricerca di un sito idoneo e disponibile in cui stoccare, analizzare e trattare i fanghi del dragaggio, per poi individuare quelli da smaltire e quelli da riutilizzare. Dall’altro lato avviare le procedure per far sì che nei primi giorni di settembre si possano dragare le prime 12mila tonnellate, ossia i primi 10mila metri cubi di fanghi che dovranno arrivare sino a 23mila metri cubi. Tutto questo è stato possibile solo grazie all’impegno della struttura tecnica regionale, guidata dall’architetto Pierpaolo Pescara, che si è assunto le relative responsabilità a fronte di un porto che è di competenza nazionale, e non regionale. Ma lo facciamo per il bene della nostra marineria e della città stessa”.
“In questi giorni abbiamo assistito ovviamente a una polemica crescente da parte della marineria che ha ragione, e protesta perché chiede sicurezza – ha detto il Presidente Sospiri -, e poi anche a qualche polemica e chiacchiera inutile, come se noi non avessimo mai avuto a cuore i problemi del nostro porto. E invece in queste settimane noi abbiamo lavorato insieme tutti i giorni per trovare delle soluzioni concrete ed efficaci. Terminato il fermo biologico le aziende della pesca potranno ricominciare a lavorare uscendo ed entrando nel porto di Pescara che è vittima di una profonda ingiustizia. L’ultimo dragaggio del nostro scalo di interesse nazionale è avvenuto nel 2012, quando i fanghi sono stati usati per riempire la vasca di colmata che, appunto, serve a colmare, ad accogliere i fanghi derivanti dalla manutenzione ordinaria del porto, e quando necessario si organizza un percorso per analizzare quello che non è un rifiuto, ma per il quale è previsto comunque lo smaltimento. Purtroppo a Pescara la vasca è rimasta così, piena, e non è più stato possibile utilizzarla, e questo ha creato difficoltà tecniche e costi esagerati delle successive operazioni di escavo dei fondali. Ora abbiamo ottenuto di poter iniziare le procedure per dragare 12mila tonnellate, ossia 10mila metri cubi circa di fanghi, da portare poi fino a 23mila metri cubi, ossia altre 12mila tonnellate, e intanto con il settore Ambiente della Regione abbiamo avviato un’indagine di mercato, che scade il prossimo 18 agosto, per rintracciare l’eventuale disponibilità di un sito idoneo in cui stoccare, analizzare e trattare i fanghi”.
“Il primo settembre o comunque i primi giorni di settembre l’Autorità di Sistema Portuale individuerà una ditta cui affidare l’escavo di tre punti strategici del porto – ha proseguito il Presidente Sospiri – ossia l’area dei moli guardiani, l’approdo dei grandi pescherecci a sud dei moli guardiani, e l’approdo dei piccoli pescherecci a nord dei moli guardiani. Dodicimila tonnellate di materiale stoccato, analizzato e trattato e poi conferito, significa garantire che il porto canale torni a essere in condizioni di navigabilità certa. Finita la parte emergenziale della procedura si proseguirà fino a 23-25mila metri cubi. Parliamo di un’azione rapida, sinergica e pragmatica. Sono sicuro che anche la marineria condividerà il percorso frutto anche delle loro indicazioni e ci aspettiamo che l’Autorità del Sistema Portuale e il Provveditorato alle Opere Pubbliche completino rapidamente le iniziative per garantire la sicurezza della nostra marineria. Il costo dell’operazione è di 2milioni di euro”.
In queste settimane – ha aggiunto l’assessore D’Annuntiis – abbiamo lavorato per dare un’accelerazione alle procedure, non ci fermeremo qui sul porto di Pescara, disponiamo già di 50milioni di euro di risorse disponibili e vogliamo fare quante più opere realizzabili”. “Quella odierna – ha detto l’onorevole Testa – è una conferenza strutturale per fare chiarezza su quanto accaduto in questi giorni, non ne è mai trascorso uno senza parlare del porto. È evidente che la vasca di colmata gioca un ruolo centrale: oggi la vasca presenta un sovraccarico di materiale di 178mila metri cubi; attraverso il Ministero siamo riusciti a ottenere un appalto per cominciare a togliere detriti per 32mila metri cubi circa con una spesa di 962mila euro più 13mila euro di progettazione. Siamo all’apertura delle buste e alla consegna dei lavori; l’avvio esecutivo è previsto per il primo settembre, la consegna dei lavori per il 30 settembre, possiamo dire che l’avvio della rimozione di 32mila metri cubi di detriti dalla vasca di colmata è previsto per il 15 ottobre con conclusione dei lavori per il 15 marzo 2026. Poi contiamo di rimettere in evidenza la problematica ai due Ministeri, al Provveditorato e all’Autorità di Sistema Portuale”. “Sono contento – ha detto il sindaco Masci -: chiaramente dobbiamo essere moderati, ma credo che l’azione di pressing esercitata da Regione e Comune, con l’onorevole Testa sull’Autorità di Sistema Portuale e i Ministri abbia avuto i propri effetti. Oggi portiamo a casa un risultato atteso per 13 annui. Abbiamo lo svuotamento della vasca di colmata e i lavori di dragaggio per garantire il lavoro dei pescatori al termine del fermo biologico”.
“Credo che sia centrale l’avvio della manifestazione di interesse per dotarci di un sito per lo stoccaggio dei fanghi che – ha aggiunto il Presidente Sospiri – se individuato sarà a disposizione di tutte le portualità abruzzesi e per questo risultato vanno ringraziati solo i dirigenti e direttori regionali che si stanno assumendo una responsabilità oltre le proprie competenze solo per il bene che vogliono alla nostra regione. Il Porto di Pescara è di interesse nazionale, ma comunque noi abbiamo individuato una soluzione utile che l’Autorità Portuale ha condiviso ed è stata la chiave di volta perché disporre di quel sito ci consente di abbassare i costi. Pare evidente che sia assurdo pensare al Commissariamento del porto con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, avrebbe significato chiudere il porto”.