Masci appoggia la protesta della marineria di Pescara e scrive a Salvini: “Lo Stato draghi il porto”

Pescara. “Gli armatori di Pescara, gli equipaggi, le loro famiglie, sono stufi delle promesse e hanno ragione da vendere per il mancato dragaggio. Per questo io sarò al loro fianco nella protesta che hanno annunciato in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant’Andrea”.
Con una nota, il sindaco Carlo Masci appoggia la protesta della marineria pescarese e rinnova l’appello al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, al quale ha già scritto a maggio e lo scorso 18 luglio: “E’ una protesta sacrosanta e pacifica, la loro, espressione del profondo disagio di una categoria che non può più attendere la concretizzazione di promesse continue che risalgono fino al 2012, cioè ben 13 anni fa”, dice, “come ho già detto e urlato a gran voce durante l’ultima riunione con i dirigenti del Ministero. Ed è per questo che aderirò con grande convinzione e determinazione alla protesta annunciata nelle ultime ore: sarò alla festa, sarò alla processione, per devozione al Santo e per rispetto alla marineria e a chi ha perso la vita in mare ma ci sarò senza la fascia da sindaco. Mi auguro che ci sarà la città, domenica, per onorare il santo e far sentire la propria presenza, il proprio abbraccio alla marineria, in modo da mantenere viva una tradizione che deve proseguire”.
“Il porto di Pescara, che è di interesse nazionale, va dragato e deve farlo lo Stato, che ha la competenza e quindi deve individuare rapidamente una soluzione e anche i fondi per affrontarla”, incalza Masci, “Deve farlo ora: non è concepibile né ammissibile che una situazione di emergenza di questa portata si protragga da 13 anni, tanto più che in altre realtà situazioni altrettanto delicate ed emergenziali sono state affrontate con progetti e fondi, come è giusto e doveroso che sia, mentre per Pescara le risorse non ci sono mai perché si pensa sempre che Pescara abbia la forza di farcela da sola. Non è così, non può essere così. Da parte nostra c’è la massima disponibilità a collaborare, come è sempre stato, ed è talmente vero che in questi anni ci siamo assunti l’onere di intervenire, grazie ai fondi della Regione, facendo il possibile per garantire le condizioni minime di accessibilità al porto. Ma serve un intervento radicale, che passi per lo svuotamento della vasca di colmata (sempre annunciata ma mai realizzata) o per un’altra soluzione praticabile in tempi rapidi perché di tempo non ce n’è più – già da un pezzo – ed è finita anche la pazienza degli armatori e dei pescatori che rappresentano una parte della storia e dell’economia della città e meritano risposte concrete, cioè fatti concreti, da tutti i livelli istituzionali, e immediate”.
“Io sto con loro, senza se e senza ma, e torno a sollecitare soluzioni radicali a chi è competente, come ho già fatto a voce e per iscritto fino ad oggi”.