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Abruzzo

Regione, click day per fondi ai Comuni: la procedura va cancellata

Abruzzo. “Il bando regionale per la distribuzione ai piccoli Comuni del fondo di 8milioni 200mila euro legge n.145 è stato un pastrocchio. Il Click Day una vergogna amministrativa-vetrina di un fallimento.

 

Va annullato il bando, prima pubblicato, poi ritirato a fronte della nostra segnalazione amministrativa, poi ripubblicato, con la ovvia conseguenza di generare un imbarazzante contenzioso amministrativo, in una guerra tra poveri da un lato, e dall’altro, di una contesa tra il Vassallo-Marsilio e i Valvassini-piccoli sindaci. Va cancellata la procedura del Click Day degna al massimo del Musichiere di Mario Riva o della corsa dei sacchi dei Giochi senza Frontiere della nostra infanzia”, così il consigliere regionale Antonio Di Marco, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio che sull’argomento ha chiesto che i sindaci vengano auditi in Commissione Vigilanza.

 

“Sul primo avviso pubblicato, il 6 ottobre, destinato alle municipalità al di sotto dei 30mila abitanti per accedere al fondo milionario della Legge 145, che per il 2026 ha assegnato all’Abruzzo il tesoretto di 8milioni 200mila euro, abbiamo sollevato dubbi di legittimità, di trasparenza e di correttezza: pubblicato alle 15, la prima raffica di candidature sono arrivate dopo poche frazioni di secondi, in un bando che assegnava fondi rispettando l’ordine di arrivo delle stesse domande – illustra Di Marco – . Il dubbio di una fuga anticipata di suggerimenti era più che scontato, e la prova è arrivata dalla revoca dell’avviso, e dalla sua successiva ri-pubblicazione. Ed è qui che la frittata iniziale si è trasformata in una maionese impazzita, perché come da memoria biblica, alcuni ultimi sono diventati primi e viceversa, generando un malcontento generale viziato dal sospetto. Due le riflessioni logiche-quesiti che propongo alla giunta Marsilio:

– Chi ha avuto l’idea, tanto sorprendente nella sua inadeguatezza amministrativa, di ripartire quel fondo, tanto allettante quanto irrisorio per le reali emergenze infrastrutturali del nostro Abruzzo, utilizzando lo strumento del Click Day? L’immagine che metaforicamente si rende del nostro Abruzzo che governa è quello di una giunta regionale appollaiata sugli scranni del Colosseo mentre nell’arena i sindaci di piccoli comuni si fronteggiano per raccogliere briciole. Chi sopravvivrà potrà garantire la manutenzione di un ponte, di una strada ad alta percorrenza, o la sistemazione di una frana

– Come pensa la giunta Marsilio e il suo Dipartimento Infrastrutture (lo stesso che apre le trattative per l’Interporto di Manoppello per 25milioni di euro) di evitare il contenzioso dinanzi alla Giustizia amministrativa che inevitabilmente si aprirà tra i sindaci esclusi dalla graduatoria del bando per lo scarto di 1 secondo, come Torre de Passeri, Catignano, Alanno, Caramanico Terme, Castiglione a Casauria (solo per la provincia di Pescara) e la stessa Regione Abruzzo con i relativi oneri? Chi metterà il proprio nome e cognome su quello che è stato un indiscutibile errore?

 

Credo che i limiti giuridici, amministrativi e valutativi del Click Day siano evidenti e lapalissiani, tanto semplici e scontati da sfiorare il carattere della burla collettiva. Le problematiche strutturali del nostro territorio regionale sono purtroppo molteplici e diverse per quantità e caratterizzazioni. Per l’assegnazione di un fondo di tale rilevanza, che decide di finanziare i progetti fino a 500mila euro l’uno, va recuperata la capacità del giudizio valutativo della qualità progettuale, della necessità fisiologica, stabilendo criteri chiari, univoci, non interpretabili, equi e paritari. Annullato anche il secondo avviso, i sindaci vanno invitati a ripresentare le proprie domande, va istituita una Commissione che abbia in sé non la pigrizia della lettura, ma la professionalità dello sguardo tecnico oggettivo, che si assuma la responsabilità di scegliere motivatamente, di fissare le priorità inderogabili e di affrontare il confronto, restituendo certezza e fiducia amministrativa a quei sindaci di frontiera che oggi si sentono privati del proprio diritto di concorrenza e competizione”.

 

 

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