
L’Abruzzo è ‘regione inadempiente’ sui Livelli essenziali di assistenza (Lea) ed è agli ultimi posti della classifica nazionale: è quanto emerge dall’ottavo rapporto della fondazione Gimbe sul Servizio sanitario nazionale.
Nel 2023, il punteggio totale degli adempimenti della Regione ai Lea, ovvero le prestazioni che il Ssn eroga gratuitamente o tramite il pagamento di un ticket, è di 182 (punteggio max 300).
Secondo l’analisi Gimbe, l’Abruzzo si posiziona 18/a tra le regioni e province autonome ed è risultata inadempiente secondo il Nuovo Sistema di Garanzia (Nsg), con un punteggio insufficiente in due delle tre aree monitorate (prevenzione collettiva e sanità pubblica e assistenza distrettuale).
Rispetto al 2022 (anno in cui la Regione è risultata comunque inadempiente), nel 2023 il punteggio totale della Regione è peggiorato (-2).
Per quanto riguarda la mobilità sanitaria, nel 2022 si rileva un “saldo negativo rilevante”, pari a -104,1 milioni di euro, in riduzione di 4 milioni rispetto al 2021.
Il volume dell’erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche da parte di strutture private – scrive Gimbe – è un indicatore della presenza e della capacità attrattiva del privato accreditato. La Regione si colloca in undicesima posizione con le strutture private che erogano il 43,9% del valore totale della mobilità sanitaria attiva regionale (media Italia 54,4%)”.
Il 2023, secondo il rapporto, certifica un’Italia spaccata: solo 13 Regioni rispettano i Lea. Al Sud si salvano solo Puglia, Campania e Sardegna. La “cartina al tornasole” degli adempimenti Lea è la mobilità sanitaria che nel 2022 vale oltre 5 miliardi di euro: Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto raccolgono il 94,1% del saldo attivo, mentre il 78,8% del saldo passivo si concentra in cinque Regioni del Sud (Abruzzo, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) e nel Lazio.