
Ad Avezzano si è conclusa la transumanza queer dell’Abruzzo Pride 2025. Oltre 1300 persone hanno attraversato le strade della città, portando i loro corpi, le loro voci e i loro colori, in un evento storico che ha reso un territorio spesso tenuto ai margini, cuore pulsante della resistenza e della visibilità LGBTQIA+.
Alle 16.30 il corteo è partito da Piazza Risorgimento e ha attraversato le strade del centro città, fino a tornare alle 18.30 al punto di partenza, per dare il via a una festa animata da drag show, dj set live e performance che hanno tenuto vivo il centro cittadino fino all’1 di notte.
Nuvole e pioggia hanno accompagnato tutto il corteo, ma non sono riuscite a fermare il corteo e le sue rivendicazioni. Un rito collettivo nato da soggettività, esistenze, corpi che hanno rivendicato il loro diritto a esistere, a vedere riconosciuti i propri diritti come cittadine pari a tutte le altre.
Al termine del corteo è stato letto il documento politico, nato dopo diverse assemblee pubbliche in cui le soggettività sistemicamente marginalizzate, minorizzate e razzializzate hanno dato il loro contributo alla stesura, così che rappresentasse tutte le diversità in campo e desse spazio alle rivendicazioni di tutte.
Lo slogan di quest’anno “RivoltOrse” è diventato un vero e proprio manifesto identitario e politico. Questo claim racchiude due anime forti e pulsanti nella comunità queer abruzzese: la capacità d’adattamento dell’Orsa Marsicana, simbolo forte e raro del Parco Nazionale d’Abruzzo e metafora di una comunità che resiste tra invisibilità e ostilità, e la forza della rivolta queer, che ruggisce ogni giorno per affermare i diritti di tutte la comunità queer, che lotta ogni giorno per affermare i propri diritti, la propria esistenza, la propria dignità.
Come ogni anno il Pride Abruzzo si è spostato di provincia in provincia, iniziando da Aielli, spostandosi poi a Chieti, Pescara, Teramo, L’Aquila e approdando in piazza Risorgimento ad Avezzano. Un esempio concreto di cooperazione e collaborazione, che ha visto 60 associazioni, regionali e nazionali, che hanno riconosciuto l’importanza di questa mobilitazione collettiva.
A rafforzare il valore dell’iniziativa è intervenuto il patrocinio dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Teramo, un segnale importante di vicinanza e responsabilità da parte del mondo sanitario.
La presenza di 1300 persone ad Avezzano ha un peso politico enorme, perché è la prova che anche nei luoghi dove tutto sembra ostile può nascere orgoglio, lotta e comunità. La provincia è fertile e pronta a reagire.
Un ringraziamento particolare va a chi ha costruito ogni tappa, a chi ha parlato, camminato, curato, ballato, resistito. L’Abruzzo Pride non finisce qui: continuerà a creare spazi di visibilità e autodeterminazione in ogni angolo della regione.
“Se ci vogliono invisibili, ci renderemo inarrestabili. Se ci vogliono silenziose, urleremo ancora più forte”.
Alleanza Verdi e Sinistra esprime sdegno e preoccupazione per le parole usate dal consigliere comunale Nello Simonelli in merito al Pride svoltosi ad Avezzano, evento che ha portato in piazza con gioia, ironia e determinazione centinaia di persone per rivendicare diritti, dignità e libertà.
Definire “maiali” le persone che ieri hanno sfilato pacificamente significa usare un linguaggio non consono al ruolo istituzionale che ricopre Simonelli. Non è solo un’offesa volgare e gratuita ma anche un attacco simbolico a quei valori di inclusione, rispetto e autodeterminazione che il Pride rappresenta. È proprio per contrastare questo tipo di mentalità – che disumanizza chi viene percepito diverso – che i Pride nascono e continuano a essere necessari.
Ci chiediamo poi perché a pronunciarsi in modo così violento contro la manifestazione sia proprio Simonelli, che immaginiamo essere un uomo eterosessuale, perfettamente a proprio agio nel vivere pubblicamente la propria identità. Perché non sentiamo direttamente le voci critiche da parte delle persone omosessuali o trans che si sarebbero eventualmente sentite a disagio per alcuni “eccessi” del pride e per questo si sarebbero rivolte al Simonelli?
Il gioco retorico di citare nomi celebri o situazioni isolate non regge. Il problema non è l’eccezione, ma la quotidianità. La discriminazione si annida nella vita dell’operaio, dell’insegnante, dell’infermiere, dello studente; la discriminazione è nella paura di una carezza, di un gesto affettuoso, di una parola detta ad alta voce. È lì che il Pride porta luce, anche con l’arma potente dell’ironia, della provocazione e dell’eccesso. Perché il Pride è una festa e come ogni festa si nutre anche di simboli, colori, giochi. Nessuno ieri era più svestito di un normale bagnante al mare. Chiediamo al consigliere Simonelli: dobbiamo forse coprire gli occhi dei bambini quando andiamo in spiaggia?
Le parole contano e quando a usarle è un rappresentante delle istituzioni, il danno è ancora più grave. La politica dovrebbe costruire ponti, non alimentare pregiudizi e per questo crediamo che il consigliere Simonelli dovrebbe essere il primo a rallegrarsi nel vedere un corteo di persone che ridono, giocano e si divertono liberamente, senza arrecare danno né minacciare la libertà altrui: la gioia non va demonizzata, va riconosciuta e rispettata, soprattutto quando nasce dal bisogno profondo di affermare sé stessi in una società che troppo spesso condanna il semplice atto di esistere con autenticità.
I diritti non sono carnevalate, non sono eccessi da censurare. I diritti sono la base stessa di una società civile e democratica e noi continueremo a difenderli, in piazza e nelle istituzioni, anche da chi usa le parole per ferire. C’erano ragazze e ragazzi giovanissimi ieri in piazza, c’erano per loro e per i loro coetanei, meritano di essere additati come maiali?