
Pescara. Due aggressioni sono avvenute ieri nel carcere di Pescara, in diversi momenti, ai danni di due agenti che, poi accompagnati al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, hanno riportato il primo un trauma facciale con lesione dentale, il secondo un trauma cervicale, entrambi con prognosi di sette giorni.
Lo rende noto Giovanni Scarciolla, segretario provinciale del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria.
Il primo episodio è avvenuto nella mattinata, quando un detenuto ha raggiunto la porta d’ingresso dell’istituto e, dopo aver minacciato di morte l’agente in servizio nella postazione, lo ha spinto e colpito ripetutamente al volto. Solo il tempestivo intervento di un collega addetto al casellario detenuti ha scongiurato conseguenze più gravi.
Il secondo episodio è avvenuto nel primo pomeriggio nel reparto collaboratori di giustizia: un detenuto ha minacciato di morte l’agente in servizio tentando di strangolarlo. Anche in questo caso gli agenti presenti hanno bloccato l’aggressore.
“Dopo la rivolta del 17 febbraio scorso, che aveva riportato una situazione di relativa serenità dal punto di vista sia degli organici sia dell’organizzazione interna – dichiara in una nota Scarciolla – oggi ci ritroviamo purtroppo a commentare episodi frutto di una malsana organizzazione dell’Istituto di Pescara. Gli agenti di Polizia Penitenziaria operano privati di punti di riferimento all’interno dei reparti, a partire dalle fondamentali figure dei superiori. Il Sappe, insieme alle altre sigle sindacali maggiormente rappresentative sul territorio, ha già rappresentato al Provveditore del Lazio, Abruzzo e Molise lo stato di agitazione per la critica situazione gestionale e organizzativa del carcere di Pescara. È indispensabile intervenire immediatamente – conclude il segretario provinciale del Sappe – per ristabilire condizioni di sicurezza, coordinamento e serenità per tutto il personale”.



