
Pineto. La storia della “Piccola Biblioteca del Viandante”, ospitata nei locali della stazione ferroviaria di Pineto, è una vicenda che mostra come iniziative culturali nate con entusiasmo possano spegnersi nel silenzio.
La riflessione è di Mauro Di Concetto, che aggiunge: “Il progetto, promosso dal Circolo ARCI Metexis e presentato pubblicamente nel dicembre 2018, nasceva come “Laboratorio Permanente di Cultura Solidale”, un luogo di incontro, lettura, socialità e iniziative culturali. Grazie al programma nazionale di Rete Ferroviaria Italiana per il riuso sociale degli spazi inutilizzati, l’associazione aveva ottenuto l’uso dei locali all’interno della stazione. Dopo un breve periodo di apertura, però, la biblioteca ha cessato ogni attività”.
“Oggi il locale appare come un semplice magazzino: scatoloni accatastati, arredi dismessi, vetri appannati e umidità. Nessun libro, nessuna iniziativa, nessuna traccia del progetto culturale annunciato. A chi chiedeva spiegazioni, negli anni è stata data una sola risposta: infiltrazioni d’acqua che avrebbero reso il locale inutilizzabile. Un problema mai risolto, risalente a molti anni fa, e che non ha portato ad alcun intervento. Nonostante ciò, il contratto di assegnazione dei locali all’associazione risulta ancora attivo”.
E ancora: “Altre realtà culturali e sociali del territorio, interessate a recuperare lo spazio, si sono viste rispondere che la convenzione non può essere disdetta. Il risultato è un paradosso evidente: mentre associazioni, gruppi giovanili e realtà sociali cercano spazi per attività e iniziative, un locale pubblico rimane chiuso e inutilizzato, sottratto alla comunità”.
“La vicenda solleva interrogativi legittimi”, conclude Di Concetto. “È accettabile che un bene pubblico resti bloccato per anni, senza alcuna verifica o azione? Perché un progetto nato con visibilità nazionale è stato lasciato spegnersi nel nulla? E perché nessuno interviene per accertare lo stato effettivo del locale e restituirlo all’uso della cittadinanza? Intanto, dietro quella porta chiusa della stazione, un’opportunità marcisce dimenticata. Fuori, invece, ci sono associazioni pronte a farla rinascere”.






