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Teramo

Giovanni Cavallari: “La politica degli slogan non basta: l’Abruzzo attende risposte, non attacchi personali”

Teramo. La maggioranza e l’Assessore Magnacca avrebbero potuto individuare un migliore difensore d’ufficio, anziché affidarsi alla verve polemica della consigliera regionale Marilena Rossi. Le sue dichiarazioni suscitano più sorrisi che riflessioni, soprattutto quando tenta di impartire lezioni di buon governo senza aver mai maturato un solo giorno di esperienza amministrativa diretta.

 

In ogni caso, nonostante ciò che ritenga la consigliera, il consenso al mio operato è stato già certificato dai cittadini: prima con il record di preferenze nella seconda amministrazione D’Alberto, poi con il sostegno convinto alle elezioni regionali, dove mi sono candidato in una lista civica, senza simboli nazionali alle spalle e senza poter contare su un risultato trainato dal consenso altrui.

Sul tema dei lavori di Corso De Michetti, la consigliera dimostra una conoscenza piuttosto creativa dei fatti. La scelta operativa, ereditata dal precedente assessore ai lavori pubblici, era necessaria per evitare di aggravare una situazione già insostenibile per il centro storico teramano. Ricordo sommessamente alla distratta consigliera il caos del cantiere infinito di Corso San Giorgio, aperto, gestito, ma mai terminato, dalla giunta di centrodestra a guida Brucchi: lo stesso centrodestra di cui la consigliera è espressione, quello che arrivò persino a detronizzare il proprio sindaco. La decisione su Corso De Michetti rispondeva a una priorità chiara: salvaguardare il commercio cittadino e restituire vivibilità al centro, riducendo al minimo i disagi durante l’apertura – indifferibile – di nuovi cantieri.

Al di là delle ricostruzioni distorte e dei toni livorosi, colpisce, infine, un dettaglio: nella sua replica la consigliera evita accuratamente di rispondere nel merito delle contestazioni rivolte da Abruzzo Insieme all’Assessore Magnacca. Non chiarisce se i lavori per la raccolta delle acque bianche e nere a Villa Zaccheo, previsti da ARAP, siano stati posticipati, cancellati o semplicemente dimenticati. Eppure era questo il cuore della questione.

Oppure la buona amministrazione si misura solo sulla base di qualche metro d’asfalto, mentre da sei anni le aree industriali abruzzesi restano abbandonate e prive di interventi strutturali?

È facile attaccare sul piano personale e parlare per slogan; molto più difficile è rispondere con i fatti e assumersi responsabilità. Perché ciò che manca a chi oggi governa la Regione non è la capacità di polemica, ma quella di programmazione, visione e rispetto per le imprese abruzzesi. L’Abruzzo non ha bisogno di propaganda: ha bisogno di una politica che sappia guardare lontano.

 

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