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Confartigianato Teramo compie 80 anni: “Non c’è nulla da festeggiare”

"Rischiamo di scomparire, la Regione non stanzia un euro"

Confartigianato Imprese Teramo compie 80 anni domani, 15 ottobre, ma ha scelto di non celebrare questa ricorrenza. Si legge in una nota dell’associazione.

“Una decisione simbolica e sofferta: l’artigianato, pilastro economico e sociale del Paese, sta lentamente morendo. Negli ultimi anni, infatti, si è registrato un numero crescente di cancellazioni dal registro delle imprese artigiane, e Teramo è oggi la prima città d’Italia per numero di cancellazioni dall’Albo Artigiano. Nonostante l’artigianato sia riconosciuto e tutelato dall’articolo 45 della Costituzione, lo Stato continua a penalizzare il settore con tassazioni e burocrazia insostenibili”.

“A questo si aggiunge la totale assenza di politiche di sostegno: sono anni che la Regione Abruzzo non stanzia 1 solo euro per l’artigianato sul bilancio regionale, ha destinato solo oltre 300mila euro, importo irrisorio, per l’artigianato artistico e nulla per gli altri settori che per tanti anni hanno contribuito alla crescita economica e occupazionale della nostra regione”.

Fondata il 15 ottobre 1945, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la nostra Associazione nacque grazie all’iniziativa di 200 artigiani della provincia di Teramo, che decisero di unirsi sotto il nome di “Unione Provinciale Artigiani”, anticipando di un anno la nascita della Confartigianato Imprese Nazionale (1946). Fu una delle prime associazioni artigiane d’Italia, e da allora ha rappresentato con orgoglio e impegno gli artigiani del territorio. Nel suo Statuto originario era previsto un principio di solidarietà semplice ma profondo: in caso di lutto, i soci facevano una colletta per sostenere la famiglia colpita dalla perdita.

Un segno concreto dei valori di mutuo aiuto e comunità che ancora oggi animano Confartigianato. Nel 1974, i soci diedero vita alla Cooperativa Artigiana di Garanzia Città di Teramo e Provincia, oggi Italianfidi Scarl, che prestava garanzie alle banche fino al 50% degli importi concessi ai soci. Grazie a questa iniziativa, molti artigiani poterono acquistare terreni, costruire i propri laboratori o realizzare la casa di famiglia.

Durante la presidenza del prof. Luciano Di Marzio, l’associazione valutò la possibilità di costituire una Banca di Credito Cooperativo insieme alla Banca di Teramo. Il progetto fu poi accantonato, ma la cooperativa continuò a investire con lungimiranza, costruendo un patrimonio immobiliare solido e duraturo. Oggi, grazie a questa storia di impegno e gestione oculata, Confartigianato Imprese Teramo e la Cooperativa Artigiana hanno costruito un patrimonio complessivo superiore ai 6 milioni di euro.

“Non festeggiamo perché non c’è nulla da festeggiare” – dichiara la presidenza di Confartigianato Imprese Teramo – “ma vogliamo lanciare un segnale forte. Senza un deciso cambio di rotta da parte delle istituzioni, l’artigianato rischia di scomparire, e con esso una parte fondamentale della nostra identità economica e culturale”.

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