
Giulianova. “Il diario di un emigrato”, scritto da Camillo Cianfarra. L’iniziativa si terrà il prossimo 29 settembre, ore 17, in sala Buozzi, a Giulianova, con ingresso libero.
Iniziativa organizzata dallo Spi e dall’Auser.
Doveroso ricordare e riportare alla memoria Camillo Cianfarra Junior grande giornalista di origini abruzzesi, (il padre Camillo era nato a Lama dei Peligni in provincia di Chieti), che il 25 luglio del 1956 morì nella tragedia della nave “Andrea Doria” .
Camillo Sr., il cui primo incarico importante fu la direzione del periodico radicale Il Proletario, servì, con la sua penna, la causa di una stampa ritenuta dai più pericolosa e sovversiva in quanto socialista e, una volta rientrato in Italia, pagò con la vita l’ostinazione nel portare alla luce la verità sul delitto Matteotti, morendo per i postumi di una violenta aggressione da parte dei fascisti.
“Se ho una notizia, fosse l’ultima cosa che faccio, la dò sempre e comunque”. E poi, quasi sempre, aggiungeva orgoglioso: ” come mio padre sono abruzzese e ho la testa dura”
Il figlio si trovò nella delicata posizione di corrispondente da Roma per il «New York Times» negli anni che precedettero il secondo conflitto mondiale e fino al 1942, quando fu costretto a lasciare l’Italia, dopo aver svolto il proprio lavoro non senza difficoltà e con il continuo ricorso a sotterfugi ed estrema cautela e circospezione nel procurarsi e trasmettere le notizie.
“Oggi ci chiamano “dago”, oggi ci rimproverano la nostra poca pulizia, il frequente uso del coltello”. Ma domani “le centinaia di dollari messi da parte frugando nei bauli o fabbricando sedie da lustrascarpe o vendendo frutta col carretto serviranno un giorno a educare i figli, a lanciarli in questo mondo americano dove noi, per essere giunti troppo tardi, non entreremo mai”. Così Camillo Cianfarra fa dire al protagonista del suo romanzo del 1904 Il diario di un emigrante. “Dago” è un termine dispregiativo di etimo incerto – forse da dagger, coltello – che i nordamericani indirizzavano ai latini, soprattutto agli italiani.