Demolizione palazzi Clerico, il comitato di Rancitelli: “Il degrado si acuisce nei 2 edifici rimasti”

Pescara. L’avvio dei lavori di demolizione dei palazzi Clerico, a Pescara, non lascia tutti entusiasti al pari del sindaco Masci e dell’amministrazione comunale di centrodestra.
“In merito al trionfalistico annuncio riguardo l’avvio della demolizione dei Palazzi Clerico in via Tavo“, afferma in una nota il comitato di quartiere Per una Nuova Rancitelli, “sentiamo il dovere di riportare la questione alla sua reale e drammatica dimensione, lontana dalla propaganda. Apprendiamo dell’abbattimento dei primi tre scheletri di cemento ma è fondamentale chiarire un aspetto: le ruspe non hanno toccato i due fabbricati dove quotidianamente trovano rifugio decine di senzatetto e tossicodipendenti. Il cuore dell’emergenza sociale e del degrado che i residenti vivono sulla propria pelle ogni giorno è rimasto in piedi in attesa di una decisione del TAR che – anche noi ovviamente attendiamo fiduciosi”.
“Celebrare questo intervento come un ‘grande passo in avanti per rendere Pescara più sicura’ è un insulto all’intelligenza e alla pazienza dei cittadini di Rancitelli”, afferma il comitato, che aggiunge: “La verità è che la situazione non è cambiata di una virgola. I disperati che prima trovavano riparo in cinque edifici fatiscenti, ora si concentrano nei due rimasti, acuendo ulteriormente la criticità”.
“Questo modus operandi, purtroppo, non ci sorprende. È lo stesso approccio di facciata adottato con la demolizione del Ferro di Cavallo”, incalza il comitato, “Continuiamo ad essere fermamente convinti, e i fatti purtroppo ci danno ragione, che quell’operazione non abbia risolto alcuno dei problemi strutturali del quartiere. Al contrario ha semplicemente sparpagliato criminalità, spaccio e degrado sociale nelle vie limitrofe rendendo il controllo del territorio ancora più complesso e peggiorando la qualità della vita dell’intero circondario. Non si può pensare di curare una profonda ferita sociale con la ruspa. I problemi legati alla tossicodipendenza, all’emarginazione e alla povertà non si abbattono demolendo muri ma costruendo percorsi di recupero, potenziando i servizi sociali e offrendo alternative concrete a chi vive ai margini”.
“Mentre l’Amministrazione si autocelebra per aver abbattuto degli scheletri dopo anni di inerzia noi cittadini continueremo a batterci per soluzioni vere ed interventi integrati che mettano al centro la persona e non il cemento. La vera dignità di un quartiere non si misura dai palazzi abbattuti”, conclude il comitato di quartiere.