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Acceso il tripode della pace: al via la Perdonanza

L’Aquila. A 17 anni dall’ultima edizione prima del sisma 2009, il rito del Fuoco del Morrone è tornato nel cuore del centro storico dell’Aquila dando ufficialmente il via alla 731/ma edizione della Perdonanza Celestiniana.

 

La fiaccola ha raggiunto Palazzo Margherita per l’apertura ufficiale delle celebrazioni.

Il passaggio finale è stato affidato a Mario Centi, storico portatore del Fuoco, che ha consegnato la torcia al sindaco Pierluigi Biondi. Subito dopo è stato acceso il Tripode della Pace, nel ricordo di padre Quirino Salomone, ex rettore della Basilica di Collemaggio, divenuto punto di riferimento spirituale della Perdonanza moderna fino alla sua scomparsa, nei mesi scorsi.

Alla cerimonia, sotto la pioggia, erano presenti il presidente della Regione Marco Marsilio, il presidente della Provincia Angelo Caruso, l’arcivescovo Antonio D’Angelo e il presidente dell’Associazione Comitato Festa Perdonanza Celestiniana Unesco.
Durante l’evento, da un balcone della sede cittadina del Pd, è stato esposto uno striscione con la scritta: ‘La Perdonanza riconosca lo stato di Palestina’, accanto a una bandiera con i colori palestinesi.

 

A seguire, sul palco del Teatro del Perdono è andato in scena il concerto inaugurale “Un Canto per la Rinascita. Nel Tempo del Perdono”, ideato e diretto dal Maestro Leonardo De Amicis e scritto con Paolo Logli.

Una serata che ha intrecciato musica, parola e spiritualità, con le esibizioni di Renato Zero, Amara, Francesco Gabbani, Alex Britti, Gaetano Curreri e Vittoriana De Amicis, accompagnati dall’Orchestra del Conservatorio “Alfredo Casella” e dai cori riuniti della città. A condurre la serata Lorena Bianchetti, con la partecipazione speciale di Mara Venier, che ha interpretato testi di grande intensità, e degli attori Luca Violini e Viola Graziosi.

 

“Nel Tempo del Perdono non è soltanto l’apertura della Perdonanza: è un rito collettivo, un abbraccio che intreccia voci, suoni, silenzi e respiri. La musica, in questa notte, diventa preghiera che sale al cielo e insieme radice che affonda nella terra, ponte tra l’intimo e il popolare», ha affermato il direttore artistico Leonardo De Amicis, che ha poi concluso: «Collemaggio torna a essere la culla di un incontro senza confini, dove arte e spiritualità si riconoscono come parte di un’unica lingua universale. È così che scompaiono le differenze: lavoriamo all’Aquila e per l’Aquila, custodendo un progetto che è insieme laboratorio, memoria e futuro. Una cultura condivisa, che non si possiede ma si dona, perché il perdono – come la musica – diventa di tutti solo quando si offre”.

 

Le voci inconfondibili di Renato Zero e Francesco Gabbani, l’intensità di Amara, l’energia di Alex Britti, l’eleganza di Gaetano Curreri e la freschezza di Vittoriana De Amicis hanno scandito le emozioni di una serata che ha unito generazioni e stili diversi. Il concerto è stato seguito con emozione da tutti i partecipanti, fino alla fine, trasformando la distesa davanti alla Basilica in un’unica, grande voce corale di partecipazione e speranza.

 

 

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