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Teramo

Alba Adriatica, nuovo lungomare e verde pubblico: il difensore civico “richiama” il Comune

Il Comitato aveva sollecitato l'intervento dell'organo regionale

Alba Adriatica. Il difensore civico regionale prende posizione e bacchetta il Comune di Alba Adriatica sul tema legato alla documentazione, ma non solo, relativa al nuovo lungomare.

La nota di Umberto Di Primio è stata trasmessa in Comune negli ultimi giorni.

A poche settimane dalla riapertura del cantiere del nuovo lungomare di Alba Adriatica torna a salire la tensione contro l’amministrazione civica.

Sul caso lungomare infatti il Comitato del Verde Pubblico da tempo denuncia pubblicamente episodi di ostracismo e scarsa trasparenza

Anche Il Difensore Civico Regionale ora interviene sul caso con parole dure nei confronti dell’amministrazione comunale di Alba Adriatica, accusandola “di non aver fornito alcun riscontro a una propria richiesta di chiarimenti sul caso “lungomare” e sulle modalità di gestione del verde pubblico”.

La vicenda infatti era stata portata all’attenzione dell’autorità proprio dal Comitato Provinciale per la Tutela del Verde Pubblico, già escluso dal procedimento amministrativo da parte degli uffici comunali.

Il comitato lamentava una lesione dei propri diritti e una gestione poco trasparente.

Dopo ben cinque mesi dalla richiesta di documentazione avanzata dal Difensore Civico, il Comune di Alba Adriatica non ha fornito alcuna risposta.

Il Difensore Civico ha quindi stigmatizzato la condotta dell’ente definendola: “Atto di ineducazione istituzionale nei confronti di questa Autorità, che contribuisce, ancora una volta e di più, a fornire una immagine negativa della Pubblica Amministrazione”.

Il Comitato ha presentato inoltre in queste ore una nuova ulteriore segnalazione denunciando altri due gravi episodi:

– il diniego alla partecipazione del Comitato al tavolo di confronto sul piano del verde del lungomare;

– la mancata consegna ai consiglieri comunali di una lettera inviata dal Comitato, trattenuta dall’Ufficio Protocollo.

Secondo i promotori, si tratta di una violazione non solo del diritto di partecipare ai procedimenti che riguardano l’interesse pubblico, ma anche del diritto di comunicare e informare i consiglieri comunali nell’esercizio del loro mandato.

Alessia Moscardelli legale del Comitato. “Siamo di fronte ad una chiusura netta e a una sorta di ‘occupazione’ degli uffici pubblici da parte di soggetti che, a vario titolo e forse in comunione di intenti, hanno inteso escludere liberi cittadini organizzati in comitato civico dai propri sacrosanti diritti e dalle più normali procedure di comunicazione e confronto con la Pubblica Amministrazione. È un caso emblematico e preoccupante, sul quale sarà opportuno accendere un riflettore per chiarire a fondo tutti gli sconcertanti accadimenti e le eventuali responsabilità”.

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