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Liste di attesa, a Teramo sollevato problema dell’appropriatezza prescrittiva

Convegno con alcuni massimi esperti

A Teramo, alcuni dei massimi esperti in Italia sul complesso tema delle liste di attesa per discutere di inappropriatezza prescrittiva. “Il governo delle liste di attesa: appropriatezza e modello Rao ha fornito uno spaccato del problema, ospitando interventi di  referenti di diverse regioni italiane, dall’Umbria alla Toscana, che hanno confermato come il problema sia comune e che ogni realtà faccia registrare tempi di attesa lunghi.  

Nei saluti istituzionali il direttore generale, Maurizio Di Giosia, è entrato nel merito dell’inappropriatezza prescrittiva, precisandone il complessivo impatto sulle liste di attesa.  

“Rileviamo – attraverso i nostri sistemi di monitoraggio –  tassi di inappropriatezza molto elevati, che superano il 30%. Il  ministro della salute, Orario Schillaci, in più occasioni, ha annunciato l’assunzione di specifiche misure in materia di inappropriatezza prescrittiva. Lo stesso ministro si è dichiarato consapevole della scomoda posizione del medico, dinanzi alla complessità della fase diagnostica e per l’assenza di uno scudo che consenta al prescrittore di non incorrere in responsabilità penali e civili. La materia, tuttavia, necessita di una tempestiva e necessaria riforma.

Il convegno _ organizzato dalla Uosd Cup aziendale e monitoraggio delle liste di attesa il cui responsabile è Gianni Di Giacomantonio _ è entrato poi nel vivo con gli interventi di Maria Pia Randazzo, direttore della Uosd Statistica e flussi informativi di Agenas ed Emanuela Reale, referente Agenas per i Rao.   Randazzo, in particolare ha sottolineato che l’appropriatezza è “un intervento sanitario (preventivo, diagnostico, terapeutico, riabilitativo) correlato al bisogno del paziente (o della collettività), fornito nei modi e nei tempi adeguati, sulla base di standard riconosciuti, con un bilancio positivo tra benefici, rischi e costi” e che l’assistenza specialistica ambulatoriale rappresenta, per il tramite dei medici di cure primarie e degli specialisti, un’importante risposta alla richiesta dei bisogni di salute dei cittadini. Pertanto, per contrastare lo sbilanciamento del rapporto domanda/offerta, diventa sempre più determinante l’utilizzo di metodi che consentano di gestire l’appropriatezza delle prestazioni da erogare nei tempi appropriati”. Uno di questi è il modello Rao(Raggruppamenti di attesa omogenea)  strumento di indicazioni cliniche condivise a livello nazionale per l’attribuzione di classi di priorità omogenee (U-B-D-P) per l’accesso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali.

Dopo l’esperienza illustrata da Giuliano Mariotti, direttore sanitario dell’Asp di Trento che si è soffermato sulla necessità di un linguaggio medico sintetico e specifico, la situazione abruzzese è stata approfondita da Marco Scorrano, Ruas (Responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria) della Regione Abruzzo. Nel primo semestre 2025 sono state prenotate in Abruzzo 851mila prestazioni traccianti (su una popolazione di circa un milione 300mila abitanti), di cui 553.885 primi accessi. Di questi ultimi, solo 213mila hanno accettato la prima disponibilità “e non si parla di prestazioni prenotate da Valle Castellana e disponibili a San Salvo” . Ad esempio su un totale di 585.526 richieste di pazienti, 335.000 hanno rifiutato l’appuntamento, di cui 141.883 in soglia cioè all’interno del periodo massimo entro cui si deve svolgere la prestazione. Un altro dato interessante riguarda le prenotazioni tardive, cioè fatte dal paziente dopo la scadenza della soglia: sono state, sempre nel primo semestre, 36.225. “Dati che dimostrato come il problema dell’appropriatezza prescrittiva in Abruzzo esiste, ed è molto importante”, ha concluso Scorrano.

La prima parte del convegno è stata chiusa dall’intervento del direttore sanitario, Maurizio Brucchi, il quale ha offerto una panoramica complessiva sul tema delle liste di attesa, con specifico riferimento alle azioni poste in essere dall’Asl diTeramo, negli ultimi anni. “La nostra produzione di prestazioni ambulatoriali”, ha dichiarato, “è cresciuta, negli ultimi due anni, di circa centomila prestazioni, comunque insufficienti dinanzi ad un’esplosione della domanda. Dopo la pandemia la produzione ambulatoriale dell’Asl di Teramo è aumentata del 16,59 % , mentre la domanda in classe di priorità è cresciuta del 323,68%.Senza una profonda riforma che incida sull’inappropriatezza prescrittiva, difficilmente il Ssn sarà in grado di rispondere a tutti i bisogni di salute. La Asl di Teramo ha adottato una serie di contromisure, che vanno dal contrasto al fenomeno dell’abbandono attivando ad esempio un servizio recall che recupera, riassegnandole, circa settemila prestazioni l’anno ai Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (abbiamo attivato 27 Pdta), che consentono la presa in carico globale del paziente il quale, una volta entrato nel percorso non si deve preoccupare più di nulla”.

L’ultimo intervento, tra i più tecnici, è stato quello di Giuseppe Lanni, responsabile dell’Unità di diagnostica per immagini dell’Asl di Teramo. Ci troviamo, ogni giorno, dinanzi ad evidenti inappropriatezze prescrittive”, ha sottolineato Lanni, “a richieste di prestazioni che non sono correlate alla condizione clinica o sono del tutto inconferenti con i bisogni di salute del paziente. Senza riformare la fase prescrittiva e senza le necessarie risorse, sarà difficile fronteggiare le richieste dei cittadini”.

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