
Chieti. “Indimenticabile quel 23 luglio 2024, quando si fece riprendere mentre leggeva il Sole 24 Ore per annunciare assunzioni in Sevel. Il giorno dopo la stessa azienda comunicava la cassa integrazione. Una perfetta sintesi del rapporto tra propaganda e realtà.
Oggi, forse ancora scossa dalla vicenda ARAP, dove persino la sua stessa maggioranza ha preferito prenderne le distanze, si è distratta e si lancia in un’accusa surreale: sostiene che starei generando “panico” e diffondendo notizie infondate.
Chiariamolo una volta per tutte: seguo da anni l’evoluzione del settore automotive e non ho mai dichiarato che l’ex Sevel fosse destinata alla chiusura. Mi sono limitato a riportare fedelmente le parole di Jean‑Philippe Imparato, responsabile Europa di Stellantis: «Ogni punto che non faccio mi costa 50 milioni. Il rischio massimo che ho è di 2 miliardi e mezzo fra 2-3 anni. Questo lo pago una volta, la seconda volta chiudo Atessa.»
Altro che allarmismo: questa è la realtà industriale che bussa alla porta.
Se l’assessore non ha colto la portata della frase, può rivedere l’intervista a questo link: https://www.rainews.it/tgr/abruzzo/video/2025/07/stellantis-jean-philippe-imparato-atessa-rischio-chiusura-1e63dfb1-fc2b-4a7b-8cdb-775283da3b28.html [1]
Se oggi qualcuno si scandalizza perché ho riportato una dichiarazione, forse non dovrebbe prendersela con me, ma con chi quella frase l’ha pronunciata, a meno che non si tratti, inconsapevolmente, di una forma di sudditanza psicologica. Del resto, non stiamo parlando di un sindacalista bolscevico, ma di un manager di primo livello, abituato a pesare le parole. E se quelle parole disturbano, il punto non è che io le abbia ripetute: il punto è che a dirle è stato Jean‑Philippe Imparato, che fino a prova contraria è tra più stimati dalla stessa assessora.
La verità è che in questi anni, (dal 2019) qualcuno ha preferito non ascoltare chi, con elementi concreti, cercava di spiegare cosa stava realmente accadendo nel settore automotive in Abruzzo. E oggi si finisce nel mirino non per delle opinioni personali, ma per aver riportato fatti e dichiarazioni ufficiali.
Quanto alla mia esistenza in vita, posso rassicurare l’assessore che a certificarla sono le Lavoratrici e i Lavoratori che ogni giorno incontro. Non ho bisogno di urlare o inventare scenari irreali: mi limito a fare il mio dovere, dicendo le cose come stanno, anche quando molti fanno finta di non sentire.
La differenza tra un sindacalista e un politico? È semplice: per il primo, le parole hanno un significato; per il secondo possono diventare un’interpretazione. E poiché l’assessore mi ha attribuito la frase sulla chiusura dello stabilimento di Atessa, che non ho mai pronunciato, mi aspetto delle scuse pubbliche”. Si legge così in una nota di Alfredo Fegatelli della Fiom Cgil Chieti.