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Confronto alla Purem di Castellalto e forze dell’ordine all’esterno

Il racconto dei sindacati: “Chiamata antidemocratica”

“Si è tenuto oggi, presso la sede aziendale della Purem di Castellalto, l’incontro tra azienda, sindacati e Confindustria nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo in atto. Un incontro duro, complesso, in cui ci stiamo battendo con tutte le nostre forze per non lasciare nessuno indietro, per difendere ogni singolo posto di lavoro”.

Spiegano Natascia Innamorati della Fiom Cgil e Marco Boccanera della Fim Cisl.

“Un confronto sindacale, sì. Ma senza scioperi, senza presidi ai cancelli, senza tensioni. Eppure, al termine della riunione, ci siamo trovati di fronte a uno spettacolo vergognoso: cinque agenti della DIGOS, una macchina dei Carabinieri e una pattuglia della Polizia Municipale. Lavoratrici e lavoratori che stanno per essere licenziati considerati un pericolo per l’ordine pubblico. Questo è il livello a cui siamo arrivati: ai problemi sociali si risponde schierando le forze dell’ordine. Chi ha ordinato questa vergognosa chiamata? Chi ha deciso che i lavoratori sono una minaccia? Forse chi preferisce silenziare la voce di chi protesta, invece di ascoltare chi chiede solo dignità e futuro?”.

E ancora: “Vogliamo essere chiari: se oggi avessimo deciso di proclamare uno sciopero o un presidio, la presenza delle forze dell’ordine avrebbe rappresentato un messaggio intimidatorio, un attacco diretto al diritto di sciopero e al diritto costituzionale di manifestare. Quale lavoratore avrebbe il coraggio uscire dai cancelli trovandosi di fronte tre pattuglie? Questa è repressione preventiva, è un segnale grave, inaccettabile e antidemocratico. Chi ruba il futuro non indossa una tuta blu: sono i dirigenti che chiudono stabilimenti e abbandonano territori, lasciando famiglie e comunità nell’incertezza e nella disperazione. Non accetteremo che la risposta alla crisi industriale sia la militarizzazione dei cancelli! Noi non ci faremo intimidire. Continueremo a lottare con determinazione, senza arretrare di un passo. Difenderemo fino all’ultimo la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori, il diritto al lavoro e il diritto a manifestare. I veri delinquenti sono quelli che rubano il futuro, non chi lotta per averlo”.

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