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Roseto, tornano i vandali della Riserva del Borsacchio

Distrutto il progetto di tutela del fratino e delle dune costiere

Roseto. Nella notte tra venerdì 1 e sabato 2 agosto, l’Area del Fratino e delle Dune della Riserva Naturale del Borsacchio è stata nuovamente devastata. Per la 58esima volta in tre anni, cartelli informativi, delimitazioni e strutture del progetto di tutela ambientale sono stati abbattuti. Un atto vile, l’ennesimo, che colpisce il cuore di una delle poche riserve costiere ancora vive dell’Adriatico abruzzese.

 

Il progetto colpito è autorizzato dal Comune di Roseto degli Abruzzi con Delibera n. 56 del 2020 e nasce in piena aderenza alle normative vigenti per la tutela delle specie protette di flora e fauna. Si ispira ai modelli applicati in tutta Italia: alla Torre del Cerrano, a Giulianova, a Tortoreto, ovunque si stia cercando di ricostruire e difendere le dune embrionali, essenziali per la sopravvivenza degli ecosistemi sabbiosi.

La rigenerazione delle aree dunali, come riportano anche le linee guida ISPRA, è fondamentale per l’aumento naturale della superficie di spiaggia. E i risultati parlano chiaro: nella parte del progetto avviata cinque anni fa, dove i vandalismi sono stati meno frequenti, si sono guadagnati oltre 20 metri di nuova spiaggia naturale. Un successo ottenuto con impegno, studio e fatica.

Ma a tutto questo si sta mettendo fine, giorno dopo giorno, con azioni sistematiche e brutali. E un dubbio atroce comincia a farsi strada.
Ricordiamo la storia ormai diventata famosa di primo il fratino nato dopo tre anni di questi incredibili e drammatici atti vandalici che avevano sottratto insieme ad altre azioni antropiche la possibilità alle specie protette di flora e fauna della riserva di sopravvivere in convivenza con l’uomo. Questi episodi criminali hanno innegabilmente contribuito a abbassare drammaticamente la presenza di flora e fauna protetta.

Dopo tre anni di inferno, con attacchi continui, segnalazioni ignorate e danni enormi, la presenza di specie protette di flora e fauna è in drastico calo. E ci chiediamo: una riserva naturale esiste perché contiene biodiversità, o la sua biodiversità è quella che la giustifica e la protegge? Se viene meno quella, cosa rimane?

A questo punto, il sospetto è legittimo e tremendo: non sarà che qualcuno, con 58 atti di vandalismo gravi e mirati, stia agendo deliberatamente per far scomparire la biodiversità, le specie protette, le dune, tutto ciò che dà valore ambientale al tratto costiero della riserva? E non sarà che l’obiettivo reale sia trasformare questa area protetta nell’ennesima spiaggia cementificata, fatta di lidi e villaggi turistici?

Se la biodiversità scompare, decade anche la protezione. E la riserva potrebbe non esistere più, almeno lungo il tratto costiero.
Un’ipotesi inquietante, ma ormai difficile da ignorare.

Ricordiamo che anche il Presidente della Regione, Marco Marsilio, si era espresso pubblicamente nei mesi scorsi chiedendo più controlli e un intervento deciso. Ma da allora, nulla è cambiato. Solo altri danni. Solo altri silenzi.

Intanto, i volontari sono già al lavoro per cercare di riparare ciò che si può. Ma non possiamo più farcela da soli.

Lanciamo un appello accorato e diretto alle autorità locali, regionali e nazionali:
Intervenite. Aumentate i controlli. Fermate chi vuole cancellare il cuore della Riserva del Borsacchio.
Difendere la biodiversità non è un atto romantico, è un atto di civiltà.
E chi oggi la abbandona, si rende complice della sua scomparsa.

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