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Teramo

Revoca atto aziendale della Asl. Il Comitato solleva interrogativi

Il Comitato Civico per la Tutela dell’Ospedale Val Vibrata e per la Sanità Pubblica interviene nel dibattito sulle recenti modifiche all’Atto Aziendale della ASL di Teramo, sollevando interrogativi sull’improvviso cambio di rotta dell’Azienda Sanitaria.

 

“Siamo davvero a questo punto? – scrive il Comitato – Sarebbero stati i sindaci di Giulianova e Atri, insieme ad alcuni consiglieri regionali di centrodestra a spingere la ASL a rivedere in fretta e furia la riorganizzazione delle UOSD di Pronto Soccorso, Terapia Intensiva e Farmacia Ospedaliera nei tre ospedali periferici? È davvero bastata una sollecitazione informale per modificare, nel giro di appena 48 ore, un provvedimento ufficiale come l’Atto Aziendale?”.

Il Comitato sottolinea come, ad oggi, manchi qualsiasi presa di posizione pubblica da parte dei soggetti politici tirati in ballo. “Non ci risultano atti formali né dichiarazioni ufficiali. E allora, ci chiediamo: è normale, in una pubblica amministrazione, che si operino retromarce sulla base di istanze non ufficiali? E se così fosse, cosa si sono detti esattamente le parti coinvolte?”.

Il Comitato mette in discussione la legittimità e la trasparenza dell’intera operazione: “Così non può funzionare. Ciò che resta di questa vicenda è un’immagine poco edificante, soprattutto per la ASL, che ha rinnegato nel giro di due giorni se stessa e le motivazioni che avevano ispirato la prima versione dell’Atto, ritenute evidentemente valide. Una marcia indietro clamorosa, che merita spiegazioni chiare e documentate”.

Infine, il Comitato rivendica il proprio ruolo nel dibattito pubblico: “Se si vuole comprendere davvero cosa sia accaduto, non si può ignorare il nostro intervento. Siamo stati i primi – e forse gli unici – a criticare apertamente l’Atto Aziendale. E non possiamo non notare il silenzio assordante dei sindaci della Val Vibrata, così come dei consiglieri regionali Di Matteo e D’Annuntiis che, di fronte a un evidente declassamento del proprio ospedale, non hanno mosso un dito, né con atti formali né con prese di posizione pubbliche. Un’assenza che lascia sgomenti”.

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