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Teramo

Project financing piazzale della chiesa: Tortoreto al Centro pensa al ricorso al Tar

Tortoreto. Le tesi del gruppo di maggioranza, sul progetto di finanza del piazzale della chiesa, non convincono le consigliere di minoranza Libera D’Amelio e Martina Del Sasso (Tortoreto al Centro).

Un una vicenda destinata, nei prossimi mesi, ad animare il dibattito politico e cittadino.
E la nota diffusa da Tortoreto al Centro, va in questa direzione. Anzi, il gruppo di minoranza preannuncia un ricorso al Tar sulle delibere approvate nell’ultima seduta consiliare, in particolar modo su quella che ha dato via libera al progetto di finanza per il piazzale della chiesa.

“Quello che emerge dalla lettura delle giustificazioni offerte dal Comune è un quadro preoccupante di superficialità nell’approccio a una decisione che condizionerà la vita di Tortoreto per un quarto di secolo”, si legge.
“Partiamo dalla questione più eclatante: l’affermazione del Vicesindaco Arianna Del Sordo – essendo lei l’assessore ai lavori pubblici supponiamo ragionevolmente che le dichiarazioni siano le sue -secondo cui “la cittadinanza attende da più di 40 anni” la piazza della Chiesa. Davvero? Quarant’anni? E in tutto questo tempo l’unica soluzione che sono riusciti a partorire è quella di regalare i nostri parcheggi a un privato per 23 anni? Se davvero fosse una priorità così urgente, come mai non hanno mai pensato di utilizzare i fondi della Piattaforma Eleonora, che avrebbero consentito di realizzare l’opera in 2-3 anni senza vincolare la comunità per oltre due decenni?
La verità è che questa operazione non ha nulla a che vedere con l’urgenza di realizzare una piazza. Ha tutto a che vedere con una scelta politica discutibile che sacrifica l’interesse pubblico a favore di un privato, senza che sia chiaro quale sia il reale vantaggio per i cittadini”.

Utilità pubblica. Dove sta l’interesse pubblico nel consegnare a un privato la gestione dei nostri parcheggi per 23 anni in cambio della realizzazione di una pavimentazione? Come stabilito dalla normativa vigente, il ricorso al partenariato pubblico-privato deve essere preceduto da una valutazione preliminare di convenienza che confronti i costi del project financing con quelli dell’appalto tradizionale. Nel nostro caso, dove è evidente la sproporzione tra l’investimento privato – limitato alla pavimentazione di una piazza – e la contropartita pubblica – la gestione ventitreennale di tutti i parcheggi a pagamento del territorio – questa valutazione appare manifestamente carente. I numeri che il Comune stesso conferma nella sua replica sono eloquenti e fanno venire i brividi: un rendimento del progetto del 6,66%, un canone annuo di soli 85.000 euro per 23 anni, costi di pavimentazione di 190 euro al metro quadro. Questi dati dimostrano l’evidente squilibrio dell’operazione a favore del privato.

Per 23 anni i cittadini dovranno pagare 1,20 euro per 17 ore al giorno, per sei mesi l’anno, per parcheggiare in numerose aree del centro e del lido. Tutto questo per ottenere cosa? Una pavimentazione davanti alla Chiesa che si poteva realizzare in tempi molto più brevi e senza questi vincoli utilizzando risorse pubbliche già disponibili.
Ricordiamo che nel 2024 il Comune ha incassato €240.000,00 dai parcheggi a pagamento versando l’importo di €40.000,00 a titolo di costi di gestione alla SIS per la manutenzione e la gestione; ebbene con il project financing si ribaltano le cose! La S.I.S. incasserà una somma ragguardevole e il Comune solo €85.000,00 annui!
Come chiarito dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato, l’amministrazione può legittimamente ritenere una proposta di project financing non fattibile e non corrispondente all’interesse pubblico qualora le tariffe previste risultino eccessivamente onerose e tali da compromettere la fruibilità del servizio. Nel caso di Tortoreto, ci troviamo esattamente in questa situazione.

Trasferimento del rischio. L’Amministrazione tenta di giustificare l’operazione parlando di “trasferimento del rischio di più di 700.000 euro”, ma omette di specificare che il vero rischio – quello economico dell’operazione – rimane interamente a carico dei cittadini, che per 23 anni dovranno sostenere i costi della sosta a pagamento. È come dire: “Non vi preoccupate, il rischio non è nostro, è vostro!” Quello che più colpisce nella replica del Comune è la genericità delle risposte. Si elencano le opere previste senza affrontare le questioni sostanziali che avevamo sollevato: perché non utilizzare fondi pubblici già disponibili? Perché vincolare la città per 23 anni per una semplice pavimentazione? Dove sono le valutazioni comparative richieste dalla legge? Questa superficialità conferma che l’Amministrazione ha proceduto senza la necessaria ponderazione che una decisione di tale portata richiederebbe.

Il Comune parla di “lavoro di condivisione delle commissioni”, ma la realtà è ben diversa. Le nostre proposte alternative sono state sistematicamente ignorate, e il confronto si è limitato a una mera comunicazione formale senza alcun reale ascolto delle istanze della minoranza e dei cittadini. Non è questo il modo di amministrare una comunità che si rispetti.

Ma c’è una domanda che l’Amministrazione deve porsi seriamente: hanno capito che i cittadini sono tutti contrari a questa operazione? Perché a quanto pare a loro non interessa. Le petizioni, le manifestazioni di dissenso, gli interventi pubblici dei cittadini sono stati completamente ignorati. È come se vivessero in un mondo parallelo, dove le preoccupazioni della gente non contano nulla di fronte alla volontà di portare avanti a tutti i costi un’operazione che presenta evidenti profili di sproporzione.
Come evidenziato dalla giurisprudenza amministrativa, la pubblica amministrazione gode di ampia discrezionalità nella valutazione della convenienza economica dell’operazione, ma questa discrezionalità non può trasformarsi in arbitrio. Nel caso di Tortoreto, questa valutazione appare viziata da evidenti profili di sproporzione.
Ribadiamo con forza che la piazza della Chiesa è una priorità condivisa, ma deve essere realizzata nel rispetto dei principi di economicità, efficacia ed efficienza dell’azione pubblica. Non accettiamo che si utilizzi questa legittima esigenza per giustificare un’operazione che presenta evidenti profili di sproporzione e che ipoteca il futuro della nostra comunità.

L’Amministrazione ha scelto la strada più costosa e vincolante possibile, ignorando alternative più vantaggiose per i cittadini. Questa non è prudente amministrazione, ma gestione improvvisata di una questione che meritava ben altro approccio. I cittadini di Tortoreto meritano di sapere esattamente dove sta l’interesse pubblico in questa operazione che li vedrà pagare per 23 anni i parcheggi in cambio di una semplice pavimentazione.
Noi continueremo a vigilare e a denunciare ogni criticità di questa procedura. I cittadini hanno il diritto di sapere esattamente quali saranno le conseguenze di questa scelta e chi ne porta la responsabilità. La trasparenza e l’interesse pubblico non sono optional, ma doveri inderogabili di ogni amministrazione che si rispetti.

Non ci fermeremo qui. Questa operazione presenta troppi profili di illegittimità e sproporzione per essere accettata passivamente. Valuteremo ogni strumento a nostra disposizione, comprese le azioni legali, per tutelare gli interessi della nostra comunità e impedire che si consumi questo danno ai danni dei cittadini di Tortoreto. Preannunciamo ricorso al TAR verso le delibere di consiglio approvate dalla maggioranza.
La piazza si può e si deve fare, ma nel rispetto delle regole, della trasparenza e dell’interesse pubblico. Non con procedure discutibili che ipotecano il futuro di Tortoreto per un quarto di secolo solo per accontentare gli interessi di un privato e che diminuiscono invece che aumentare il numero dei parcheggi”.

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