Teramo
Difficoltà a Castrogno, risoluzione di Pepe e Mariani per arrivare al governo
Ennesimo atto per la situazione difficile nel carcere di Teramo

“È di appena due giorni fa la preoccupante notizia di cronaca degli ennesimi incidenti nel carcere teramano di Castrogno. Un fatto preceduto da una lunga serie di vicende drammatiche che l’anno scorso hanno fatto di questo istituto di pena il primo in Italia per suicidi”, scrive il consigliere regionale Dino Pepe.
“La Casa Circondariale di Teramo vive da ormai troppo tempo una situazione particolarmente difficile: l’istituto teramano registra ad oggi una presenza di circa 430 detenuti, a fronte di una capacità massima di 255, con un indice di sovraffollamento del 68%, ben più alto della media nazionale, come rilevato dallo stesso Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Inoltre, il corpo di Polizia penitenziaria sconta da tempo una grave carenza di organico, tanto che attualmente gli agenti in servizio risultano essere 157 su una pianta organica di 221 unità, comunque insufficiente a fronte del numero di detenuti attualmente ospitati all’interno del carcere”, prosegue il consigliere del Partito Democratico.
“Inutile sottolineare che in queste condizioni risulta difficilissimo perseguire il fondamentale scopo di favorire il reinserimento sociale del condannato, come prevede il nostro ordinamento giuridico e, infatti, solo il 10% dei detenuti a Teramo segue percorsi di reinserimento sociale e lavorativo. Le attuali condizioni in cui versa il carcere di Castrogno presentano, in definitiva, criticità che minano il raggiungimento delle finalità costituzionalmente riconosciute e garantite sia per i detenuti che per tutto il personale coinvolto e che espongono a costanti pericoli la polizia penitenziaria e gli stessi detenuti”, aggiunge Pepe.
“Sono queste le ragioni che hanno portato a presentare una nuova risoluzione a firma Pepe e Mariani che sarà discussa nella prossima commissione regionale e che impegna il presidente Marsilio a farsi portatore presso il Governo ed il Ministero della Giustizia delle istanze sia delle associazioni di settore che dei lavoratori e relativi sindacati, prima fra tutte la richiesta di separare il provveditorato del Lazio da quello dell’Abruzzo e del Molise.
A questa richiesta si aggiunge quella di intervenire tempestivamente destinando risorse straordinarie per il penitenziario teramano sia da un punto di vista strettamente economico sia attraverso l’assegnazione del personale sufficiente e necessario al funzionamento della struttura, compreso il personale qualificato come Mediatore culturale, con particolare attenzione alle etnie di provenienza della popolazione detenuta”, conclude il consigliere Pepe.