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Indennità di disoccupazione e invalidità non dovute: scoperti due furbetti dai carabinieri

Sanzioni per oltre 18mila euro. Donna investita perchè sul marciapiede erano in corso lavori e le autorizzazioni erano scadute

Teramo. Percepiva indennità di disoccupazione, ma prestava attività lavorativa in nero. Manteneva l’indennità di invalidità per la figlia, che però dagli ultimi accertamenti.

Sono solo due delle irregolarità rilevate dai carabinieri del Nil di Teramo (Nucleo ispettorato del lavoro) durante una serie di controlli sul territorio in collaborazione con i colleghi territoriali dell’Arma dei carabinieri.

Due dei controlli hanno riguardato ditte in cui si erano verificati infortuni gravi.

In una località balneare, a luglio 2025, una cittadina è stata investita da un velocipede mentre percorreva una via della cittadina. Dall’indagine successiva è emerso che la donna era stata costretta a camminare sulla corsia, poiché in prossimità dell’investimento i marciapiedi su entrambi i lati erano inaccessibili: uno era occupato da un cantiere edile con autorizzazione scaduta e senza aver previsto un percorso alternativo sicuro, stabilito dall’autorizzazione originaria, mentre l’altro era inagibile, privo di pavimentazione e segnalazione.

In un esercizio commerciale, una dipendente ha riportato lesioni durante la sistemazione del magazzino; dagli accertamenti è emerso che il datore di lavoro aveva fornito attrezzature non conformi e non previste dal DVR, in violazione degli obblighi di sicurezza previsti dalla legge.
Nell’ambito di attività investigative, i Carabinieri del NIL hanno scoperto

Un lavoratore completamente “in nero”, percettore di indennità di disoccupazione, che prestava attività lavorativa irregolare;
Un soggetto che aveva prodotto dichiarazioni volte a mantenere l’erogazione dell’indennità di invalidità in favore della figlia che invece, dagli ultimi accertamenti, è risultata normodotata.
Entrambe le situazioni, rimesse alla valutazione dell’autorità giudiziaria, fanno parte di due distinte attività d’indagine scaturite dall’ipotesi di reato per truffa ai danni dello Stato e sono state segnalate agli Enti competenti per il successivo recupero delle somme percepite. L’azienda con il lavoratore in nero è stata immediatamente sospesa e contestata la relativa sanzione amministrativa.
Complessivamente, nell’ambito dei controlli sono state elevate ammende (€9.550 e €3.275) e sanzioni amministrative (6100) per una somma totale di €18.925.

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