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Pescara

Salva Casa: “A rischio gli edifici sotto tutela della Pineta”

Pescara. Due aspetti, in ambito urbanistico, relativi alla cosiddetta legge “Salva Casa” che mercoledì 11 giugno andrà in Consiglio regionale, preoccupano non poco i cittadini di Pescara.

A denunciarlo sono i consiglieri comunali Pd e il vice presidente del consiglio regionale Antonio Blasioli, secondo i quali “potremmo dire di trovarci di fronte non tanto ad un “salva casa” ma ad un “distruggi Pescara”.

“All’interno del testo di legge”, spiegano, “vi sono norme che rappresentano un chiaro tentativo di mettere una pezza alla clamorosa bocciatura, prima del TAR e poi del Consiglio di Stato, della Delibera di Consiglio comunale con cui, in maniera generica e senza alcuna motivazione – secondo la magistratura amministrativa -, il Comune ha concesso l’applicazione degli incentivi del Decreto sviluppo a quasi l’intero territorio comunale, comprendendo anche la zona costiera che la Delibera di Consiglio Comunale del 2017 aveva escluso. Col risultato che il Decreto sviluppo recepito dalla L.R. 49/2012 è stato applicato in maniera del tutto indiscriminata, senza standard (che potevano essere monetizzati) e senza alcun ricorso ai Piani particolareggiati”.

“Parliamo di norme che”, spiegano i dem, “in poche parole, hanno consentito l’aumento del 65% delle volumetrie attraverso la demolizione e la ricostruzione. Le sentenze hanno avuto modo peraltro di mettere in rilievo come questi aumenti di volumetria non fossero mai diretti alla riqualificazione di aree degradate a seguito di uno studio o di una pianificazione, ma quasi sempre, come nel caso di via Oberdan, di singoli edifici, tra l’altro non necessariamente in stato di abbandono. Per il centrodestra però quella Delibera del 2023 evidentemente non è abbastanza, perché con le modifiche che intende apportare riuscirà a superare i rilievi della magistratura amministrativa. La norma introduce infatti, all’articolo 10 comma 1 lettera b, la possibilità di attuare il Decreto sviluppo anche sul singolo edificio ‘degradato’, in deroga ad altezze e distanze. Insomma, è più che concreto il rischio di una nuova ed ingiustificata cementificazione di Pescara. Anche perché nel testo non si chiarisce nemmeno cosa si intenda per ‘degrado’, mai normato e definito da alcuna legge. Un’indeterminatezza che rischia di dare adito, in presenza di casi simili, a trattamenti difformi sia all’interno della città che tra Comuni confinanti”.

“C’è infine un’altra norma che ci spaventa e non poco”, incalzano dal PD, “che prevede l’applicazione degli incentivi volumetrici anche per le zone sottoposte a vincolo paesaggistico e per gli immobili sottoposti alla ‘tutela indiretta’ prevista dalla normativa, che mira a salvaguardare particolari tessuti urbanistici e architettonici, e che nel 2019 la Soprintendenza ha imposto a Pescara sui 28 ettari del rione Pineta, compresi tra via La Figlia di Iorio e il Fosso Vallelunga. In sostanza, a partire da quella data, sugli immobili che insistono in questo tratto si può intervenire solo in maniera conservativa. Ovvero, ad esempio, si può demolire e ricostruire un edificio solo mantenendo la stessa sagoma, lo stesso volume e le stesse caratteristiche tipologiche e stilistiche del rione. Con la nuova legge sarà possibile applicare la normativa del Decreto sviluppo anche in questa zona. Tradotto: si potrà demolire e ricostruire con il 65% dell’incentivo premiale previa valutazione positiva della Soprintendenza. Un’idea scellerata che rischia di snaturare uno dei pochi tessuti edilizi cittadini rimasti intatti e integri dal Piano Liberi”.

“A testimonianza di quanto possa essere pericolosa questa norma, la stessa Soprintendenza, intervenuta in Commissione su mia richiesta, ha avuto modo di chiarire che la sua applicazione potrebbe esporla a numerosissimi ricorsi, oltre a quelli già intentati, che rischierebbero di rendere vano il vincolo in oggetto”, conclude Blasioli.

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