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Teramo

Giardinieri della Asl di Teramo in protesta: sindaco favorevole a tavolo istituzionale

Quindici lavoratori rimasti senza lavoro in sit in questa mattina sotto la Prefettura

Sayonara Tortoreto

Questa mattina il sindaco di Teramo. Gianguido D’Alberto, ha portato la solidarietà e la vicinanza dell’amministrazione comunale ai 15 lavoratori precedentemente impiegati nel servizio di manutenzione ordinaria delle aree verdi della Asl di Teramo, rimasti senza lavoro dopo l’aggiudicazione del servizio da parte della nuova ditta, che hanno tenuto un sit-in di protesta davanti alla sede della Prefettura.

Il sindaco, dopo aver ascoltato i sindacati e aver fatto proprie le istanze dei lavoratori, ha sottolineato la volontà dell’amministrazione di seguire da vicino la vicenda, anche a seguito di un primo informale confronto con la Prefettura, nel rispetto delle competenze istituzionali e nell’interlocuzione con la Asl, evidenziando come la questione, oltre a interessare i 15 lavoratori, molti dei quali monoreddito, rischi di avere ripercussioni in tutti i futuri appalti. 

“Come sindaco del Comune capoluogo ho ritenuto doveroso portare la vicinanza e il sostegno attivo dell’amministrazione ai lavoratori e seguirò da vicino la vicenda per i suoi risvolti sociali – dichiara il primo cittadino – la questione è molto delicata e quello che ci preoccupa, oltre alla vicenda umana di chi oggi è direttamente interessato,  è che se salta il principio dell’applicazione della clausola sociale, che prevede il riassorbimento dei lavoratori, rischiamo di dover affrontare, in tutti gli appalti, vere e proprie situazioni di tensione sociale. Al di là degli aspetti tecnici e delle competenze dirette credo che sia un tema che debba interessare tutti, istituzioni e classe politica. Come amministrazione, nel corso degli anni, abbiamo sempre prestato particolare attenzione all’inserimento nei capitolati d’appalto e al rispetto da parte delle ditte della clausola sociale, che non è e non può essere considerato come un mero tecnicismo. Al contrario, assorbe in sé il principio costituzionale fondamentale della tutela dei lavoratori e della continuità del lavoro e per questo deve essere sempre messa al centro. Proprio questa impostazione ci ha permesso, come amministrazione, nel corso degli anni, di garantire i lavoratori nei cambi di appalto, come dimostra anche la vicenda Tercoop dove oltre a garantire i livelli occupazionali, nel subentro della nuova società, si è data stabilità ai dipendenti interessati”. 

Il sindaco ha dato la propria disponibilità alla Prefettura a partecipare ad un eventuale tavolo istituzionale. 

LA CISL Un gruppo di lavoratori è stato ricevuto dalla dott.ssa Strippoli, Capo di Gabinetto della locale Prefettura. “I rappresentanti di categoria, Alessandro Collevecchio per la FAI CISL, Tonino Di Giammartino e Delfino Coccia  per la UIL, hanno ribadito il loro più totale disappunto rispetto a quanto sta accadendo. In particolare hanno evidenziato che contrariamente a quanto previsto nel capitolato d’appalto, la nuova ditta continua a non dare nessun tipo di garanzia di continuità occupazionale. Questa situazione ha messo letteralmente alla fame 15 famiglie monoreddito, che già percepivano basse retribuzioni  e che addirittura, allo stato attuale, con il contratto da florovivaisti non hanno diritto alla Naspi e dovranno aspettare il prossimo anno per poter usufruire della disoccupazione agricola. Per questi motivi le OO.SS. hanno richiesto alla Prefettura la convocazione di un tavolo alla presenza sia della Asl di Teramo che della ditta. All’incontro erano presenti anche Fabio Benintendi della Cisl e Massimiliano Bravo della Uil, i quali oltre a sostenere la vertenza in atto, hanno manifestato forte preoccupazione rispetto alla tenuta complessiva del sistema degli appalti”.

“Ci auguriamo hanno dichiarato Benintendi e Bravo che la situazione venutasi a determinare venga immediatamente risolta con il pieno riassorbimento dei 15 lavoratori, così come è avvenuto fino ad oggi nei numerosi cambi di appalto gestiti dalla Asl di Teramo. Di fronte ad un capitolato di gara che contemplava la clausola sociale e che conteneva l’indicazione puntuale del numero di lavoratori da riassorbire, non possiamo permetterci il lusso di creare un precedente che rischia di minare le garanzie sociali che sono un fondamento imprescindibile dei processi di esternalizzazione. Ci auguriamo che quanto sta accadendo rimanga una spiacevole parentesi di qualche settimana e confidiamo nel senso di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti. Giù le mani dagli appalti. Per quanto ci riguarda non indietreggeremo di un millimetro, mettendo in atto tutte le iniziative e forme di protesta ritenute necessarie per tutelare la dignità dei lavoratori coinvolti periodicamente nei cambi di appalto”.

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