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Teramo

Discarica Santa Lucia di Atri: “ricominciato il conferimento di rifiuti”

Atri. “Ricominciato il conferimento di rifiuti in discarica senza comunicazioni ufficiali del riavvio attività”.

Lo dice la presidente del Comitato Difesa Ambiente Santa Lucia, Reparata Graziosi.

“Lo abbiamo appreso da alcune segnalazioni dei residenti della zona ed è perlomeno singolare che gli uffici tecnici del comune, ove ha sede la discarica e territorialmente competente, non abbiano ricevuto nemmeno una semplice mail informativa quando si sta ripristinando un abbancamento rifiuti su parte territorio già compromessa e su cui i valori sentinella dei CSC, segnalano già da tempo sulle falde acquifere delle criticità importanti”

“Tutto questo a seguito del nulla osta regionale, che forse ha chiuso tutte e due gli occhi sulla situazione della discarica ultraquarantennale. Con specifica determina di novembre scorso, ha confermato incremento < 15% di circa 13.500 mc, basata peraltro, su una vecchia autorizzazione fatta valere in modo troppo estensivo e nonostante il parere negativo della ASL Teramo e non per ultimo sulla questione della stabilità dei fronti e terreno calanchino della discarica, mai chiarita perché semplicemente il Genio Civile Teramo non si è mai espresso nonostante ci fosse una precisa richiesta del CCR Via in tal senso”.

E quindi non si può escludere totalmente che l’ ulteriore abbancamento possa far smottare e franare davvero la parte più fragile della discarica, quella tra la vecchia e la nuova. L’Autorità competente regionale ha perlomeno indicato che l’azienda Gestore, debba usare delle accortezze e prescrizioni di verifica e tenuta geomorfologica”.

Dopo l’appello agli amministratori comunali, anche al Consorzio Piomba Fino: “Ci auguriamo che il nuovo Commissario Bevilacqua del Consorzio Piomba Fino, ente giuridico ancora sopravvissuto alla incompiuta riforma Agir regionale, mostri di avere a cuore questa storia infinita e inizi la procedura di chiusura e messa in sicurezza della stessa per evitare ulteriori compromissioni ambientali irreparabili su una porzione di territorio già in estrema sofferenza”.

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