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Teramo

“Sede Arpa di Teramo deve restare dov’è fino a nuova struttura”

Il parere del consigliere regionale Cavallari

Ieri si è tenuta, presso il Palazzo dell’Emiciclo a L’Aquila, una seduta della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale, nella quale si è discusso per la seconda volta della ricostruzione della sede ARPA a Teramo. A sollevare la questione è stato il consigliere regionale Giovanni Cavallari, capogruppo di Abruzzo Insieme e firmatario della richiesta di inserimento del tema all’ordine del giorno.

“Questa iniziativa – spiega Cavallari – nasce dalla forte contrarietà espressa dalla comunità teramana rispetto all’ipotesi di demolizione e ricostruzione della sede ARPA in Piazza Martiri Pennesi. La cittadinanza, infatti, auspica una diversa destinazione di quell’area, che potrebbe essere trasformata in spazio verde pubblico, prevedendo la delocalizzazione della sede in una zona comunque centrale come quella di Campo Boario. La discussione è stata portata in commissione anche a seguito di una nota a firma congiunta delle organizzazioni sindacali e di un ampio dibattito politico cittadino, nel quale tutte le forze politiche di centrosinistra e centrodestra si sono espresse favorevolmente alla delocalizzazione della sede, con l’obiettivo di restituire alla città uno spazio vitale nel cuore del centro storico”.

E ancora “Quella di ieri è stata la seconda riunione della Commissione di Vigilanza sul tema, convocata a distanza di circa un mese dalla precedente seduta, a causa delle difficoltà nel garantire la partecipazione del Direttore Generale di ARPA, Dioniso, la cui presenza era ritenuta fondamentale per chiarire le intenzioni dell’azienda sul futuro della sede teramana”.

Un ulteriore elemento evidenziato da Cavallari riguarda la possibilità di continuare ad utilizzare l’attuale sede operativa, già funzionante e perfettamente attrezzata, durante il periodo necessario alla realizzazione della nuova struttura. “Questa scelta – sottolinea – eviterebbe di sostenere costi aggiuntivi per affitti temporanei e garantirebbe ai lavoratori la possibilità di restare operativi in centro città, senza disagi logistici o trasferimenti in aree periferiche come Sant’Atto. Per tutti questi motivi – conclude Cavallari – ho chiesto di sospendere l’iter del trasferimento e di non rendere irreversibile una decisione che continua a suscitare dubbi diffusi e trasversali, sia tra le forze politiche che tra i rappresentanti dei lavoratori».

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