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Teramo

Biodigestore, Antonetti: “Opera di improbabile realizzazione”

Il commento del consigliere comunale

“La vera storia del Biodigestore.  L’11 maggio, mentre a Lanciano la società EcoLan spa inaugurava il nuovo impianto per il trattamento della fusione organica dei rifiuti che è a servizio di 75 comuni della Provincia di Chieti, che produce biometano e compost per l’agricoltura e che è costato circa 16 milioni interamente coperti da fondi Pnrr e Cipe, a Teramo si è vissuta “una giornata storica” condita da “un mezzo miracolo” nella quale il Consiglio comunale dopo un solo passaggio in Commissione e tra gli applausi degli scatenati consiglieri di maggioranza ha approvato il progetto di fattibilità tecnica per la realizzazione del Biodigestore di contrada Carapollo. Purtroppo ciò che potrebbe sembrare una buona notizia in realtà presenta una serie di fattori che rendono l’opera oscura, di difficile anzi improbabile realizzazione, estremamente costosa e piena di incognite anche sulla futura reale redditività”.

A dirlo il consigliere comunale di opposizione, Carlo Antonetti.

“In realtà: ⁠l’impianto, finanziato avrebbe dovuto avere un costo di 28 milioni di euro interamente finanziati già dall’anno 2022 con fondi Pnrr; a causa dei colpevoli ritardi del Comune l’opera costerà almeno 43 milioni di euro;
•⁠ ⁠la differenza dei 15 milioni di euro (oltre a circa 12 milioni di interessi) sarà pagata interamente dai, peraltro ignari, cittadini teramani con l’accensione di un mutuo di 15 milioni (oltre circa 12 milioni di interessi) con Cassa depositi e prestiti; l’impianto per il quale è stato approvato solo ora, dopo tre anni, il progetto di fattibilità e per il quale non è stata ancora avviata la fase relativa agli espropri dei terreni, deve essere tassativamente realizzato entro il 30 giugno 2026 e rendicontato entro il 31.12.2026; ⁠sussistono notevoli incertezze normative anche sulla reale e completa fruibilità dell’impianto come ricordato dall’ing. Gerardini”.

E ancora: “Ma perché non pensare allora a un impianto realizzato con le nuove e più sofisticate tecnologie e perché bonificare solo ora, dopo quarant’anni dalla sua chiusura, un inceneritore che, non essendo una discarica che ha necessità di un periodo cd “post mortem”, se ben gestito non avrebbe dovuto comunque lasciare elementi inquinanti? Cosa hanno fatto in questi anni la Team e il Comune di Teramo? Come al solito zero risposte ricevute e solo slogan del tipo “ora si può” (al quinto anno di governo) e “Finalmente” oggi (per comunicare l’opera). Ma finalmente cosa! Si tratta, purtroppo, della consueta storia di ritardi e bugie che confermano e certificano la cronica incapacità amministrativa delle Giunte D’Alberto che in 100 mesi di governo della Città non sono riuscite a far altro che raccontare frottole ai teramani e a creare danni economici (Palazzo del Municipio ancora fermo con costi lievitati da 5 a 10 milioni; piazza Garibaldi costi da 800.000 euro a 1.800.000; mercato coperto costi da 4 a 8 milioni, scuole e musei non ristrutturati e tanto altro) a una città in ginocchio In realtà questa opera ha tutta l’aria di essere un “bluff” dell’attuale amministrazione che finge di voler realizzare un’opera che sa bene che non potrà essere realizzata. Purtroppo sono amministratori più finti dall’albero di Natale finto e della finta e piccola pista di pattinaggio sul ghiaccio di Piazza Martiri (che tristezza..). Il sindaco parla di “mezzo miracolo”: immaginiamo se fosse stato un “miracolo intero”.

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