
Martinsicuro. Lo hanno rintracciato a Montpellier, in Francia, dalla polizia transalpina. Mircea Alexandru Istrate, romeno, 38 anni, destinatario di un mandato di cattura europeo, è indagato qualche autore dell’omicidio di Cristian Muntianu, nato in Romania nel 1975, e trovato senza vita in uno degli stabili del centro commerciale il Grillo, a Villa Rosa di Martinsicuro, nel marzo del 2022.
Il corpo, in avanzato stato di decomposizione, fu rinvenuto, il 22 marzo 2022, nascosto tra le macerie di uno stabile abbandonato, situato nei pressi di un noto centro commerciale, spesso utilizzato come rifugio di persone, in condizione di marginalità.
I particolari dell’indagine, ad un punto di svolta, e l’arresto del romeno in Francia sono stati forniti stamane, 29 luglio, a Teramo, nel corso di una conferenza stampa alla presenza del procuratore capo Ettore Picardi, della titolare dell’inchiesta, Francesca Zani e del colonnello dei carabinieri, Pasquale Saccone.
La scoperta del cadavere fu resa possibile grazie alla segnalazione del titolare di un bar, situato nei pressi del centro commerciale, il quale, insospettito dall’assenza prolungata di Muntianu, che era solito frequentare la zona, decise di entrare nell’edificio abbandonato, ove quest’ultimo aveva trovato un rifugio di fortuna.
All’interno, dello stabile, l’esercente aveva notato alcune macchie di sangue e, di conseguenza, aveva allertato immediatamente i carabinieri. Le prime ricerche, a suo tempo svolte, non avevano portato a risultati positivi ma, successivamente, grazie all’intervento dei cani molecolari del Nucleo Cinofili Carabinieri di Bologna, il cadavere è stato rinvenuto, nel piano interrato dello stabile, luogo in cui si presume sia avvenuto l’omicidio, nascosto tra calcinacci e detriti da cantiere.
L’occultamento era stato realizzato con cura: il corpo era coperto da calcinacci, frammenti di catrame plastificato e plastica, proveniente da un vecchio serbatoio, rendendo difficoltosa, pertanto, la rilevazione di odori e liquidi di decomposizione.
A seguito del rinvenimento, i carabinieri del comando provinciale hanno impresso un deciso impulso alle indagini, attivando un’azione investigativa a tutto campo.
Da un lato, l’attenzione si è concentrata sull’identificazione degli occupanti dello stabile; dall’altro, sono state sviluppate attività info-investigative, estese agli ambienti criminali della zona.
È stato così possibile accertare che quell’edificio era abitualmente frequentato da persone, in condizioni di emarginazione sociale, prive di una dimora stabile, spesso invisibili al tessuto sociale cittadino, che sopravvivevano di elemosina e di piccoli espedienti, come nel caso dei due rumeni in argomento.
Le successive indagini del Nucleo Investigativo hanno evidenziato che Istrate, già sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, alla Compagnia di Alba Adriatica, non si era sottoposto ai controlli dal 1 marzo 2022.
Proseguendo con metodicità e determinazione, i militari hanno acquisito ulteriori elementi investigativi che hanno delineato un quadro comportamentale, marcatamente violento da parte di Istrate, il quale era solito aggredire la vittima, per sottrarre i pochi guadagni racimolati.
È proprio in questo contesto di degrado sociale, sopraffazione e marginalità estrema, che si è consumato l’omicidio, frutto di un’escalation di violenze ripetute e di un rapporto basato sull’abuso e sull’intimidazione.
L’indagine si è ulteriormente consolidata grazie all’impiego di sofisticate attività tecniche e accertamenti scientifici, che hanno permesso di individuare tracce di DNA del romeno proprio nel luogo del rinvenimento del cadavere. Tali riscontri, uniti a testimonianze e intercettazioni, hanno consentito di ricostruire con chiarezza la dinamica del delitto: Muntianu sarebbe stato ucciso con un colpo alla testa, inferto dal connazione con un bastone di ferro.
Dopo il delitto, Istrate si è adoperato per occultare il cadavere e poi si è dato alla fuga, dirigendosi, infine, verso la Francia, dove aveva già vissuto, per diversi anni, prima di trasferirsi in Italia.
Il sospetto dei carabinieri, che ora stanno ricostruendo gli appoggi di cui ha goduto l’arrestato, è che, all’indomani del delitto, si sia inizialmente rifugiato in Romania.
Nell’indagine, un ruolo di assoluto rilievo è stato svolto dalla Procura di Teramo, che ha coordinato l’intera inchiesta, sin dalle prime fasi. Grazie all’azione sinergica di Magistratura e Carabinieri è stato possibile sviluppare un impianto accusatorio solido, culminato nell’emissione di un Mandato di Arresto Europeo e della successiva estradizione.
La cattura è stata resa possibile grazie a indagini meticolose, condotte dal Nucleo Investigativo in sinergia con EUROJUST (Servizio europeo di cooperazione giudiziaria) e con la Divisione S.I.Re.N.E. del Ministero dell’Interno (acronimo di Richiesta di informazioni supplementari a livello nazionale: canale Schengen per lo scambio info-operativo tra Forze di Polizia e Giustizia europee).
Nei giorni scorsi, al termine di un’articolata procedura di cooperazione internazionale, l’uomo è stato estradato in Italia dalle autorità francesi.
Attualmente è detenuto in una struttura penitenziaria italiana, a disposizione dell’Autorità giudiziaria competente.