Di Matteo “cancella” la Ruzzo Reti, la maggioranza a Teramo insorge
Riforma del sistema idrico, si accende la polemica

«Le parole che leggiamo dal segretario provinciale del PD Teramano, Robert Verrocchio, lasciano trasparire – purtroppo – una scarsa conoscenza della normativa regionale in materia di servizio idrico, delle imminenti scadenze delle concessioni e del lungo lavoro tecnico e istituzionale che accompagna la proposta di riforma del sistema idrico integrato». Così il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale, Emiliano Di Matteo, in risposta al segretario.
“Lo studio approfondito della situazione delle nostre società di gestione – e della qualità del servizio erogato ai cittadini – non nasce oggi: è iniziato già nella scorsa legislatura con la Commissione straordinaria d’inchiesta sull’emergenza idrica presieduta dalla Consigliera Marcozzi, ed è proseguito grazie alla continuità del lavoro portato avanti da Forza Italia. In particolare – continua Di Matteo – dal sottoscritto, in qualità di presidente della II Commissione Ambiente e Territorio, e dal Presidente Sospiri, che ha depositato la proposta di legge n. 72/2025. Parliamo di un percorso che non può più essere rinviato: nel 2027 scadranno 5 delle 6 concessioni attualmente in essere e il Consiglio regionale, entro la primavera 2026, dovrà necessariamente approvare una riforma se vuole davvero provare a mantenere una gestione pubblica della risorsa acqua”.
Quanto alla proposta – attribuita al PD – di suddividere il sistema in quattro sub-ambiti, Di Matteo osserva: “Una tale impostazione ignora completamente gli studi tecnici e le analisi economico-finanziarie già disponibili e, soprattutto, non tiene conto della normativa europea, nazionale e regionale vigente. Le regole attuali rendono impossibile confermare le sei gestioni esistenti o immaginarne quattro provinciali: non sarebbero economicamente sostenibili né sufficientemente solide dal punto di vista degli investimenti, dell’indebitamento e della stabilità finanziaria. Occorre, invece, fornire a ERSI una governance solida capace di motivare un affidamento in house ed evitare una gara pubblica che vedrebbe partecipare soggetti privati molto più grandi”.
Infine, Di Matteo replica al tema della presunta scarsa partecipazione: “Sulla mancanza di confronto, ricordo al segretario Verrocchio che ai due convegni organizzati da Forza Italia sono stati invitati tutti i sindaci abruzzesi, di qualunque orientamento politico. La presenza del PD, però, non è stata particolarmente numerosa. Noi continuiamo a lavorare seriamente per migliorare i servizi ai cittadini e difendere la gestione pubblica dell’acqua; il centrosinistra, ancora una volta, preferisce polemizzare invece di contribuire”.
LA REPLICA “Le dichiarazioni del capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Emiliano Di Matteo sulla riforma del sistema idrico integrato denotano la confusione e le contraddizioni del centrodestra regionale su un tema strategico per il futuro dei nostri territori e delle nostre comunità. Da un lato c’è chi, seguendo la linea già sostenuta dal sindaco di Teramo e largamente condivisa dai territori, ha capito che l’unica gestione efficace è quella su base provinciale e dall’altro c’è chi, come il consigliere Di Matteo, continua a sostenere la necessità di limitarsi a due gestori, senza tener conto delle specificità dei territori e delle esperienze pregresse, con tutti i problemi che questo comporterebbe soprattutto per un territorio virtuoso come quello teramano – a dirlo i consiglieri comunali di maggioranza – Non è difficile immaginare come in un’organizzazione territoriale dell’Abruzzo diviso in due, Pescara- Chieti e Teramo-L’Aquila, ad essere penalizzata sarebbe proprio la nostra provincia: è già successo in passato, nel silenzio dei consiglieri regionali di centrodestra; sta succedendo ancora, con la riorganizzazione della rete ospedaliera; avverrà ancora, visto il totale disinteresse dei consiglieri teramani di centrodestra su tutte quelle politiche che favoriscono sfacciatamente altri territori”.
“D’altro canto sostenere, come ha fatto Di Matteo, che immaginare quattro sub ambiti provinciali con quattro gestori non sarebbe economicamente sostenibile né solido dal punto di vista degli investimenti, dell’indebitamento e della stabilità finanziaria, è smentito dai fatti. E lo dimostra proprio l’esperienza del territorio teramano, che in questi anni si è caratterizzato come uno dei più virtuosi in termini di servizi essenziali, sia in termini di qualità dei servizi stessi che in termini di sostenibilità ambientale. Un territorio che non può e non deve più pagare le inefficienze e le difficoltà gestionali mostrate da altre realtà. E’ dunque evidente come l’unica strada possibile e sostenibile da seguire sia quella tracciata da sempre dal sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto e condivisa totalmente dall’intera maggioranza e da numerosi rappresentanti istituzionali del territorio teramano: l’ambito ottimale è e deve essere quello provinciale, che oltre ad avere un proprio riconoscimento costituzionale è l’unico in grado di superare, come ha ben rilevato il primo cittadino nei suoi diversi interventi, i problemi che in altri ambiti e in altri settori sono stati creati in questi anni dallo spacchettamento dei servizi o, al contrario, dal loro accorpamento su dimensioni territoriali artificialmente costruite. Teramo, oggi, è la realtà in Abruzzo dove si paga la tariffa più bassa, oltre quella più virtuosa in termini di dispersione idrica e di quantità e qualità degli investimenti. Un esempio da seguire e tutelare, per una riorganizzazione del sistema che sia veramente efficiente ed efficace, sempre nell’ambito di una gestione pubblica che è l’unica in grado di assicurare equità e di garantire livelli adeguati per i servizi essenziali. Questo anche guardando al futuro e ragionando in termini di riallineamento della gestione del servizio idrico e del ciclo integrato dei rifiuti sul piano territoriale. È questa, a nostro avviso, la vera sfida del futuro, che vede Teramo in prima linea rispetto a una visione complessiva dei servizi essenziali che deve mettere al centro sempre e solo l’interesse delle comunità”.



