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Pescara

Rinviata in extremis la gara per le acque termali di Caramanico

Caramanico Terme. Era in programma alle 12 di oggi, mercoledì 15 ottobre, il termine per la presentazione delle offerte in relazione al bando di gara per la Concessione pluriennale di sfruttamento delle acque minerali termali di Caramanico Terme, pubblicato lo scorso 3 luglio.

“Ieri sera, a poche ore dalla scadenza, il termine è stato prorogato al 20 novembre 2025 con determina del Direttore di Areacom, Donato Cavallo”, riferisce Il Vice Presidente del Consiglio Regionale, Antonio Blasioli, che aggiunge: “Nella determinazione Areacom 201 del 14 ottobre 2025, quella che appunto proroga i termini del bando, si legge che, a seguito della Commissione di vigilanza tenutasi lo scorso 25 settembre,  è emersa la necessità di una rivalutazione di alcuni aspetti della gara”.

Entrando ora nel merito del provvedimento di Areacom che ha sancito la proroga, “Dopo aver preso atto, tra le motivazioni, dei due passaggi, quello della Commissione di vigilanza del 25 settembre e quello dell’incontro avuto dal Sindaco con Areacom”, rilancia Blasili, “vengono posticipati i termini per la presentazione delle offerte per consentire al Servizio regionale Politica energetica e Risorse del Territorio della Regione Abruzzo – che cura la parte tecnica del bando – di valutare l’eventuale rettifica degli atti di gara”.

Secondo il consigliere Pd, sono diversi “gli aspetti del capitolato che ritengo contraddittori e necessitano di chiarimenti:.

1) Specificare tra i criteri premiali che “il possesso di uno stabilimento termale in Regione Abruzzo in una zona tecnicamente compatibile con il punto di prelievo” va inteso come da nota esplicativa del Direttore di Areacom del 12 agosto 2025 riferita al Comune di Caramanico Terme e cioè possedere uno stabilimento nel territorio comunale.

2) Eliminare il punto 8 del capitolato e ogni altro passaggio degli atti che potrebbe consentire anche altri usi per l’acqua, come: l’imbottigliamento, la preparazione di bevande analcoliche, l’estrazione di sali. Va chiarito che Caramanico aspetta la riapertura delle terme chiuse da 5 anni e che l’acqua dev’essere finalizzata a questo utilizzo.

3) In ultimo e non meno importante, la definizione del pozzo di cui si mette a gara lo sfruttamento. Attualmente, la gara prevede l’utilizzo dell’acqua del pozzo Gisella, che non è neanche qualitativamente la migliore e non consente nemmeno l’emungimento dichiarato di 0,5 l/s. Una portata che chi conosce bene l’attività delle terme sa non essere affatto sufficiente, poiché nei periodi di medio e massimo afflusso, le Terme avevano bisogno di almeno 1,2 l/s. In sostanza, si è messa a bando una quantità di acqua che non è in grado di far funzionare da sola le Terme e questo non poteva che produrre il disinteresse degli operatori economici. Va dunque valutata l’aggiunta di altri pozzi.

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