
Pescara. Due video, girati da chi ha assistito all’arresto di Riccardo Zappone, aggiungono altri interrogativi all’inchiesta sulla morte del 30enne, deceduto il 3 giugno scorso a Pescara dopo l’arresto per resistenza a pubblico ufficiale.
E proprio l’intervento delle pattuglie della polizia è stato immortalato dai filmati, mentre un terzo filmato ripreso dalla videosorveglianza pubblica mostrerebbe la rissa avvenuta all’esterno di un’officina di via comunale Piana tra il 30enne e i 3 indagati per omicidio volontario.
Il decesso, come da autopsia, è dovuto a un’emorragia toracica chiusa: esclusa, quindi, la responsabilità del taser usato dalla polizia per immobilizzare il ragazzo. Per il pm Gennaro Varone, pertanto, la morte potrebbe essere ricondotta alle percosse subite dal meccanico Angelo De Luca, da suo fratello Paolo e dal genero Daniele Giorgini.
I video, diffusi dal quotidiano Il Centro, ripresi da chi ha assistito a quelle lunghe scene di violenza e panico avvenute in strada, in pieno giorno, mostrano Zappone steso a terra, con gli agenti della Volante che cercano di ammanettarlo mentre si agita, bloccandolo apparentemente con la pressione di un ginocchio sulla schiena.
Oltre alle ragioni per la presenza del ragazzo in quell’officina e della sua irruzione violenta – si ipotizzano motivi di denaro e droga, dato che aveva assunto cocaina e prelevato 200 euro poche ore prima – ci si interroga, ora, anche su quale eventuale violenza possa aver portato al decesso: qualcosa subito da Zappone prima di arrivare in via comunale piana (i De Luca affermano che avesse già segni di sangue secco sul naso e in testa), le botte durante la rissa o eventuali colpi subiti durante l’arresto?
Non è da escludere nemmeno la richiesta di riesumazione della salma da parte dei difensori degli indagati, per compiere ulteriori esami oltre all’autopsia già eseguita dal medico legale della Procura senza l’affiancamento di specialisti di parte.