
Bolognano. “La recente sentenza del Consiglio di Stato sul caso dell’area ex Montecatini a Piano d’Orta rappresenta un passaggio fondamentale che rafforza e conferma quanto ho sempre sostenuto: gli atti dell’ex sindaco di Bolognano sono stati giuridicamente errati e tecnicamente inefficaci, come oggi certificato oggi dal Consiglio di Stato a quasi dieci anni dall’inizio della ragione del contendere”.
A dirlo è il consigliere regionale Antonio Di Marco, vicepresidente della Commissione Ambiente e Territorio del Consiglio regionale.
“La decisione evidenzia la totale inerzia del Comune di Bolognano negli ultimi anni: dal 2019 a oggi non è riuscito a produrre atti adeguati, lasciando sedimentare una situazione che richiedeva invece determinazione, legalità e tempestività – sottolinea Di Marco – . La sentenza del Consiglio di Stato emessa in questi giorni sottolinea che
il Comune di Bolognano, non solo ha agito in modo approssimativo, ma ha prodotto atti già viziati da carenze istruttorie e difetti di motivazione, come evidenziato dalla lunga sequenza di ricorsi, sospensive, commissariamenti e contraddizioni tecnico-amministrative. I giudici evidenziano carenze sia del primo atto firmato dall’ex sindaco, viziato da una violazione del principio di proporzionalità non essendo stato specificato quali immobili e quali parti di essi siano da demolire o mettere in sicurezza da parte della proprietà, la Moligean,
tanto da finire annullata per questo. Sorte che tocca anche agli atti successivi firmati da Guido Di Bartolomeo, che hanno portato all’infondatezza degli svariati ricorsi nati nel corso degli anni, che hanno pregiudicato i tempi di rinascita di quel sito”.
“Quando ho assunto l’incarico di Presidente della Provincia di Pescara”, prosegue Di Marco, “una delle prime azioni adottate è stata proprio l’emanazione delle ordinanze che identificavano in Edison il soggetto responsabile dell’inquinamento del sito di Bussi e Piano d’Orta. Lo feci con prontezza, sulla base di dati, pareri tecnici e senza alcun tentennamento politico, perché sapevo quanto fosse delicata la questione, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche per la tutela della salute pubblica. Oggi”, conclude, “con la legittimità della mia ordinanza che individuava Edison come soggetto inquinatore, ormai non più in discussione e con questo pronunciamento del Consiglio di Stato che cancella ogni alibi, resta un’unica direzione da seguire: completare la bonifica del sito, con il coinvolgimento pieno del soggetto responsabile e l’abbandono di ogni tentativo di deresponsabilizzazione”.